San Francesco sposa la povertà
dipinto,
Sacchi Andrea (attribuito)
1599/ 1661
tela su supporto ligneo rettangolare
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
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ATTRIBUZIONI
Sacchi Andrea (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali d'Arte Antica
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Barberini
- INDIRIZZO Via delle Quattro Fontane 13, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima menzione del dipinto in questione si ha nell’inventario redatto nel 1649 per il card. Francesco Barberini e del Palazzo della Cancelleria. L’opera è descritta al numero 674 come «[…]Un Quadro con cornice tutta dorata figura S[an] fran[ces]co in genocchione in tela la povertà d' Andrea Sacchi alto p[al]mi dodici e largo p[al]mi nove in circa» (Marilyn Lavin 1975, p. 242). L’inventario ha una copia nel 1663, dove l’opera è descritta con «[…]con cornice alla fiorentina tutta dorata». Compare successivamente nell’inventario dello stesso Barberini del 1679-1680 (Ann Sutherland Harris 1977, p. 70). Lo si ritrova in seguito nell’inventario “della guardarobba dell' emin.mo sig.r card. Carlo Barberini” del 1692 e concluso nel 1704 al numero 303 (Marilyn Lavin 1975, p. 440). Al 1738, è in possesso del cardinale Francesco Barberini “Giuniore” ed è valutato 500 scudi (Rossella Vodret 2000, pp. 64-65). Durante la divisione dei beni tra le famiglie Barberini e Sciarra, il dipinto rimase alla prima, ma al 1812 è conosciuto come “San Francesco e la penitenza” (ibidem). A queste date, il dipinto è descritto in condizioni molto precarie di conservazione, che sono già state segnalate nell’inventario del XVIII secolo (ibidem). La tela e il suo nuovo titolo ricompaiono due volte ancora: la prima è nel 1818, con l’inventario Mariotti, e la seconda nel 1934 con il Regio Decreto Legge del 26 aprile 1934 n.705. In quest’ultimo, il dipinto si trova al n.59 dell’Allegato B del citato Regio Decreto, con un valore di 10.000 Lire, e con la piena proprietà della famiglia Corsini, che lo avevano precedentemente acquisito alla fine del XIX secolo (Rossella Vodret 2000, pp. 64-65). Probabilmente il passaggio dai Barberini ai Corsini deve essere avvenuto dopo il 1892, perché a quelle date compare nell’inventario di Cantalamessa (1892) al numero 41, nello «stanzone di sgombero nel piano terra» di Palazzo Barberini. L’ingresso presso la collezione delle Gallerie è avvenuto nel 1980 da parte dello Stato all’Ufficio esportazioni di Firenze (Rossella Vodret 2000, pp.64-65). Una versione è però ricordata negli inventari della casa del maestro al 1661, ma diversa per dimensione dalla versione in conservazione presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica (Ann Sutherland Harris 1977, p.70; Rossella Vodret 2000, pp.64-65). Questo fa pensare che ne esistano due versioni, ma che nel tempo solo quella più ampia e barberiniana sia sopravvissuta. Due disegni preparatori sulla figura del Santo e della Povertà, conservati a Düsseldorf, suggeriscono una datazione delle opere intorno al 1633 in un confronto con altri disegni preparatori tedeschi delle “Tre Maddalene” del medesimo autore (Ann Sutherland Harris 1977, p.70)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201363063
- NUMERO D'INVENTARIO 2598
- ENTE SCHEDATORE Gallerie Nazionali di Arte Antica
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - F.87 - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0