San Matteo e l'angelo
dipinto,
forma rettangolare con telaio in legno
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese
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ATTRIBUZIONI
Barbieri Giovanni Francesco Detto Guercino (bottega): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Gennari Lorenzo
Gennari Famiglia
Gennari, Benedetto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria nazionale di arte antica Barberini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Barberini
- INDIRIZZO Via delle Quattro Fontane 13, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il quadro in questione è menzionato nell’inventario redatto alla morte del Cardinale Antonio Barberini nel 1671 (Archivio Segreto Vaticano, arm. 38) al numero 95. L’inventario doveva essere una copia del precedente inventario del 1644 (M. Lavin 1975, p.296). L’anno seguente, è redatto un ulteriore inventario di Palazzo ai Giubbonari, detto “Casa Grande”, dove si fa menzione degli averi di Antonio in relazione all’eredità da dividere tra il fratello Francesco Barberini e il nipote, Maffeo Barberini (M. Lavin 1975, p.336). La prima parte dell’inventario in questione registra i dipinti andati in eredità a Francesco, tra questi al numero 29 compare «[…]Un Quadro dell'Evangelista S. Mat/teo del Isteso autore Simile Come s[opr]a 180-[…]», ossia di Guercino. Infatti, viene sottolineata la presenza degli altri tre quadri rappresentanti gli Evangelisti, che doveva essere in pendant con il “San Matteo” (ivi, p.337). Le opere facevano parte, dunque, di una serie dei quattro evangelisti rimasta integra nella collezione Barberini sino al 1812, quando il “San Marco” e il “San Giovanni Evangelista” passarono al ramo Sciarra della famiglia (cfr. Vodret, 2000–2001, p. 54). Infatti, i due dipinti portano con sé ancora il numero di inventario “F.9” dal 1817 posto in basso a sinistra. Secondo l'"Inventario Generale di Quadri dell'Eccma Casa Barberini redatto per ordine di S.Eccza il Sig. Principe di Palestrina D. Francesco Barberini l'Anno 1844", redatto da Enrico Di Dominici, il dipinto doveva essere esposto nell’appartamento della Principessa, nella camera rossa del piano nobile. Al 1871, la cessazione della legge su fidecommesso divideva la collezione fra i due eredi Barberini, Enrico e Carlo Felice (in “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia”, n.107, 5 agosto 1934). Essendo oggi tra le collezioni Barberini, il dipinto deve essere passato in eredità di Maria Barberini alla morte del Principe Enrico Barberini nel 1889. Lei, infatti, compare tra i firmatari della cessione allo stato di questi beni nel 1934 (ibidem). Nell’elenco, il “San Matteo” è al n.8 dell’Allegato B, attribuito a Benedetto Gennari e in pendant con il “San Luca”, per un valore di 5.000 Lire (ibidem). Questa attribuzione si deve a Giulio Cantalamessa, nella sua redazione dell’inventario Barberini al 1892 (“Inventario Barberini” 1892, n.9). È, comunque, con il Regio Decreto degli anni Trenta del Novecento che si scioglie il vincolo fedecommissario su queste opere, dando la possibilità alla famiglia Barberini e Corsini (si veda art.3 di Regio Decreto n.705 del 26 aprile 1934) di poter esportare i due dipinti. Attualmente, il “San Matteo” è un acquisto delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica dal 1952
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201363060
- NUMERO D'INVENTARIO 2219
- ENTE SCHEDATORE Gallerie Nazionali di Arte Antica
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - F.9 - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0