moltiplicazione dei pani e dei pesci
dipinto,
Caccianiga Francesco (attribuito)
1700/ 1781
Personaggi: Gesù. Figure: apostoli; bambini. Figure maschili. Figure femminili. Oggetti: ceste di pani e di pesci; brocche
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Caccianiga Francesco (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE monastero certosino
- INDIRIZZO via Trisulti, 8, Collepardo (FR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande dipinto occupa la parete sulla tavola principale dell'antico refettorio della certosa, costruito tra il 1766 e il 1770 su progetto dell'architetto romano Tommaso Catrani. Il priore Pietro Paolo Bedini lo fece acquistare a Roma il 23 novembre del 1768 da Caterina Lavigioni Bergamaschi, erede Scaramella, come testimonia la ricevuta conservata presso l'archivio del monastero (cfr. A. Taglienti, "La Certosa di Trisulti. Ricostruzione storico-artistica", Tipografia dell'Abbazia di Casamari, 1979, pp. 127-129, anche per le citazioni successive). Il quadro, realizzato prima di quella data, giungerà nella certosa solo 21 febbraio dell'anno successivo. Infatti, nel libro di amministrazione relativo agli anni 1766-1789, il procuratore don Andrea Diamante ci fornisce le seguenti notizie: "A dì 20 Febbraio [1769] pagato per l'estrazione [diritto di dogana] del quadro del refettorio scudi 1.10./ Per l'involiatura [avvolgimento] del quadro al Pittore baiocchi 50./ A dì 21 per il quadro del Refettorio scudi 50". Dalla corrispondenza del priore Bedini veniamo a conoscenza sia del nome del pittore, Francesco, sia del fatto che fu l'artista stesso ad "accomodare" il dipinto secondo le misure e il telaio appositamente inviato a Roma da Trisulti, però non viene citato il suo cognome. Don Atanasio Taglienti avanza l'ipotesi di identificare l'autore dell'opera con Francesco Caccianiga. Formatosi prima a Milano, sua città natale, con il pittore Pietro Giraldi e poi a Bologna, dove lavorò dal 1717 studiando, anche se per poco tempo, con Cignani e Franceschini e dove prese lezioni di prospettiva con Ferdinando Bibiena, Caccianiga giunse a Roma nel 1727, anno in cui vinse il premio del concorso di disegno dell'Accademia di San Luca con la "Cena di Baldassarre". Nella capitale pontificia ricevette diverse commissioni, pubbliche e private, tra cui nel 1760 le tele con le" Arti" per il soffitto di palazzo Vidoni e, per i Borghese, nel 1773-1774 il soffitto con l'"Aurora" per il loro palazzo di città, mentre cinque anni dopo la tela con la "Caduta di Fetonte" per la villa fuori porta. Di fatto il dipinto di Trisulti rivela la mano di un artista di forte impostazione classicista, influenzata soprattutto dalla grande lezione della scuola emiliana. Da una stima del quadro scritta dal pittore Ludovico Massenti in occasione della concessione della licenza di trasferimento da Roma, oggi conservata in monastero, apprendiamo che l'autore del dipinto si era ispirato a un'opera di identico soggetto realizzata dal pittore "Ricciolino il Vecchio e non il Giovane", ossia Michelangelo Ricciolini, artista romano allievo di Giovanni Angelo Canini, attivo tra XVII e XVIII secolo. Dallo stesso documento si recuperano anche altre informazioni sullo stato di conservazione, infatti si legge: "Avendo avuto il suddetto quadro rappresentante il miracolo fatto da Christo come sopra l'originale del Ricciolino il Vecchio e non il Giovane venduto dagli eredi dell'Avvocato Scaramelli alli PP. della Certosa di Trisulti, e benché Gaspare Scaramuccia l'abbia stimato scudi 150 alli suddetti eredi, perché si è fatto accomodare, e messo da capo una pezza, e vi siano ritocchi, credo che possa stimarsi scudi 110 - come cosa moderna; e perciò sua Eminenza puol dare la licenza per l'estrazione da Roma questo dì 22 del [gennaio] 1769. Ludovico Massanti Assessore"
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201220794
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0