Baccanale/ Già della Villa Mattei. Baccanale

stampa di traduzione,
Dolcibene Vincenzo (attivo Alla Fine Del Xviii Secolo)
attivo alla fine del XVIII secolo

Figure: due satiri e due baccanti. Oggetti: timpano; tibia; flauto; manto di pelle di pantera; pavimento roccioso

  • OGGETTO stampa di traduzione
  • MATERIA E TECNICA acquaforte e bulino
  • ATTRIBUZIONI Dolcibene Vincenzo (attivo Alla Fine Del Xviii Secolo): disegnatore
    Rastaini Francesco (1750 Ca./(?)): incisore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico Tuscolano
  • LOCALIZZAZIONE Scuderie Aldobrandini
  • INDIRIZZO Piazza Guglielmo Marconi, 6, Frascati (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ennio Quirino Visconti segnò, attraverso le sue teorie sulla scultura classica, un momento di passaggio fondamentale che portò all'avvio di un nuovo approccio filologico nei confronti dell'antichità; il suo pensiero - che nasceva dall'esame critico delle teorie tradizionali e contemporanee - si fondava, essenzialmente, su due princìpi cardine da cui non si poteva assolutamente prescindere: la visione diretta del reperto e la verifica filologica. Egli esaltò e difese l'importante ruolo della tradizione antiquaria quale autrice di un metodo comparativo e storico per la conoscenza del mondo antico,contro il declassamento della stessa a disciplina acritica. Il catalogo de Il Museo Pio-Clementino fu pubblicato tra gli anni 1784-1808 in 7 volumi e 428 tavole corredate da testo descrittivo; nell'opera il Visconti - attraverso l'analisi dei singoli reperti - giunse ad una visione globale della scultura antica. La stampa, realizzata dagli artisti romani Vincenzo Dolcibene (attivo alla fine del XVIII secolo) e Francesco Rastaini (Roma, 1750 ca.-?), è la tavola XXX del IV volume, pubblicato nel 1788 e dedicato ai BASSIRILIEVI DEL MUSEO PIO-CLEMENTINO. Si riporta, di seguito, la minuziosa ed erudita descrizione realizzata dal Visconti: "Quantunque Euripide noti nella sua Tragedia, intitolata le Baccanti, la modestia e la decenza che queste seguaci di Bromio sapevano conservare nel furore stesso delle Orgie, e nel disordine della ebbrietà; le antiche arti ci ritraggono ben sovente Baccanti seminude e lascive, o perchè gli artefici preferissero per dare alle loro opere vezzo maggiore di rappresentar piuttosto ciocchè accadeva talvolta nè Baccanali contro l'intenzione degli Istitutori, che il men licenzioso e più ordinario costume; o perchè in diversi tempi e in luoghi diversi diversamente solennizzati prestassero più libero campo alla lor fantasia; o perchè finalmente le figure effigiate nè monumenti non rappresentino le Baccanti ordinarie, ma le ninfe de monti, de boschi, e delle fontane, come la compagnia di veri Satiri e Fauni lo fa arguire. La Baccante scolpita in questo bel bassorilievo è quasi del tutto ignuda, sennonchè ha rigettato con negligenza un ammanto sull'omero manco: è invasa dall'estro del Nume, e sembra accoppiare i clamori e gli ululati bacchici col batter del timpano, inventato dà Coribanti, ch'ella ha nelle mani, e colla tibia che ispirano i suoi compagni. Un flauto è alla bocca del Fauno che la siegue abbigliato della spoglia d'una pantera, e'l Satiretto che viene appresso è ancora in atto di dar fiato ad un'altra tibia. L'altro Satiro fanciullo che la precede, sembra intento anch'esso a trar suono da una specie di piva, conosciuta presso gli antichi sotto il nome di tibia utricularia, i cui suonatori Ascauli con Greca voce anche presso i Romani si nominarono. Il suolo sassoso che serve di terrazzo alla composizione ci richiama alla mente i Baccanali del Citerone, del Tmolo, dell'Elicona, e del Taigeto, e l'epiteto d'Ουρεσιφοίτηζ, frequentator di montagne, dato a Bacco da' Poeti, per dimostrare che le solennità delle sue rumorose Orgie su i monti per sacro costume si celebravano". Tra le note al testo, inoltre, lo studioso specifica le misure del reperto e la sua precedente collocazione: «Alto e largo palmi tre. Era nella villa Mattei (...)». L'immagine è inscritta all'interno di una elegante cornice. La tecnica incisoria, utilizzata per illustrare il catalogo del Museo Pio-Clementino, consisteva in due fasi principali: prima di tutto, la lastra veniva preparata ad acquaforte; successivamente, la matrice veniva completata attraverso l'uso del bulino. Questa tecnica, sperimentata in Francia, era praticata nella metà del '700 sia a Venezia (presso le tipografie di Antonio Wagner) che a Bassano (dei Remondini). Con tale procedimento, si potevano raggiungere effetti di estrema delicatezza sia nella resa delle linee di contorno che in quella degli eleganti e graduali passaggi luministici; tale tecnica, infatti, era particolarmente adatta per tradurre la levigatezza e il biancore delle superfici marmoree delle statue e la dolcezza dei volumi, in pieno accordo con la scultura neoclassica. I personaggi del bassorilievo rappresentato emergono in tutta la loro eleganza plastica, resa ancor più evidente dall'ombra che li separa nettamente dalla superficie di fondo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201059066
  • NUMERO D'INVENTARIO 136
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Frascati
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI in basso al centro - BACCANALE - Francesco Rastaini/ Vincenzo Dolcibene - a stampa - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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