decorazione plastico-architettonica,
Della Porta Giovanni Battista (bottega)
1542 ca./ 1597
Ricci Giovanni Battista (1550 Ca./ 1627)
1550 ca./ 1627
Carracci Annibale (1560/ 1609)
1560/ 1609
decorazione unitaria di cappella, composta da balaustrata, pavimento e zoccolo a commesso marmoreo, due monumenti sepolcrali contro le pareti laterali, altare contro la parete di fondo, decorazione a stucco e affresco (motivi decorativi vari, simboli mariani, figure, scene figurate) su pilastri, lunette, archi, volta, lanterna e vela verso il centro della navata
- OGGETTO decorazione plastico-architettonica
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ doratura/ sbalzo
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
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ATTRIBUZIONI
Della Porta Giovanni Battista (bottega): esecutore sculture
Ricci Giovanni Battista (1550 Ca./ 1627): esecutore affreschi
Carracci Annibale (1560/ 1609): disegnatore pala d'altare
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Onofrio al Gianicolo
- INDIRIZZO Piazza di Sant'Onofrio, 2, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'aspetto attuale della cappella è quello dovuto ai lavori degli anni 1601-1605, voluti dal vescovo, e cardinale dal 1604, Carlo Gaudenzio Madruzzo. Della situazione precedente della cappella, già appartenente alla famiglia Madruzzo, si sa poco; il vano, anche nello stato attuale di dimensioni decisamente modeste, doveva comunque essere, come vedremo dai documenti dei lavori, di larghezza e altezza sensibilmente inferiore. Secondo Spezzaferro (p. 695) "fu praticamente fondata come cappella della famiglia Madruzzo dal cardinale Ludovico che dal 9 febbraio 1569 fino alla sua morte, avvenuta il 20 aprile 1600, restò titolare della chiesa di S. Onofrio e protettore dell'annessa congregazione dell'ordine dei frati gerolimini". Le uniche notizie certe (concessione dell'altare privilegiato nel 1576 e seppellimento delle spoglie dello zio Cristoforo e del fratello Giovanni Federico) fanno pensare a un interesse continuo ma a interventi di modesta entità. Carlo Gaudenzio Madruzzo, ancora vescovo di Trento, nominato erede universale dal cardinal Ludovico morente (testamento del 17.4.1600, in Spezzaferro, pp. 696, 702), intraprende i lavori secondo le disposizioni testamentarie. La documentazione esistente riguarda l'indennizzo ai frati per la distruzione di una stanza al piano superiore del convento al fine di edificare la volta della cappella (14 settembre e 13 ottobre 1601), l'autorizzazione da parte di Clemente VIII a trasferire l'altare privilegiato all'interno della cappella di S. Onofrio per tutta la durata dei lavori (19.11.1601), autorizzazione all'abbattimento del vecchio altare e alla sua ricostruzione al centro dell'ambiente rinnovato "senza perdere il privilegio" (15.12.1602; la cappella sembra quindi aver guadagnato spazio ai danni di una laterale, forse quella di S. Onofrio, la quale del resto mostra sulla parete in comune un affresco quasi sicuramente realizzato in questo periodo). La documentazione rintracciata da Spezzaferro si ferma a questo punto. I lavori subirono forse un rallentamento, per poi riprendere dopo la nomina a cardinale del committente (9.6.1604) e giungere a compimento - o quasi, come vedremo - durante il soggiorno romano di Carlo Gaudenzio (marzo-giugno 1605, per partecipare ai conclavi che elessero Leone XI e Paolo V), come pare potersi desumere dalla lapide all'ingresso. Il fatto che il committente sia stato lontano da Roma praticamente per l'intero periodo di realizzazione dei lavori ha fatto pensare che questi siano stati seguiti per delega da qualcun altro. Spezzaferro (pp. 690, 700-703) propone, anche se con molta e giusta cautela, il nome del cardinale Girolamo Agucchi, in questi anni attivo nella chiesa come committente (affreschi del Domenichino nel portico) e possibile tramite per la commissione alla bottega di Annibale Carracci della pala d'altare (vedi scheda). Per quanto riguarda gli artisti che hanno realizzato la cappella gli unici nomi tramandati dalle fonti, concordemente e a partire già dal Mancini, sono quelli di Giovanni Battista Ricci da Novara come autore degli affreschi e di Annibale Carracci come autore o solo disegnatore della pala d'altare, che una tradizione risalente sempre a Mancini vuole invece parzialmente realizzata da Domenichino. Per la vicenda critica di dipinti e sculture si rinvia alle schede relative. Per quanto riguarda il disegnatore dell'insieme Spezzaferro ricorda come l'unico architetto attivo in questi anni nella chiesa risulti dai documenti essere il non altrimenti noto Alberto Martini, ma pur ritenendo l'idea degna di approfondimento dichiara impossibile azzardare un'attribuzione. Personalmente (Roberto Barbieri) ritengo che l'attribuzione del disegno dell'intera cappella ad Alberto Martini sia avanzabile con convinzione e che agli elementi documentari indiretti si possano affiancare considerazioni stilistiche. E' certo importante rilevare che Alberto Martini è nominato architetto del convento in diversi documenti del primo ventennio del Seicento e che fra questi ve n'è uno che lo ricorda come presente a un atto relativo alle disposizioni testamentarie del cardinal Ludovico in merito alla cappella (20 giugno 1601). Altrettanto importante è a mio avviso rilevare come gli elementi decorativi ricorrenti nella cappella Madruzzo, come ad esempio il caratteristico motivo della voluta allungata, spezzata e schiacciata, siano riscontrabili nel ragguardevole numero di opere di arredo architettonico riferibili a questo ristretto periodo presenti nella chiesa, le quali formano un corpus stilisticamente piuttosto coerente, sia pur in un movimento lento e continuo verso un disegno più aperto e sciolto. Queste opere, testimonianti l'attività continua di una personalità artistica definita ed esperta, sono: monumento funebre di Lorenzo Viturio (ca. 1597 - sch. 1200820654.0), monumento funebre di Laura Simonetti (ca. 1600 - sch. 1200820717), portale d'ingresso al convento (1602 - sch. 1200820595), monumento funebre (...) (CONTINUA IN OSS - ANNOTAZIONI)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente straniero in Italia
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200820676-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
- ISCRIZIONI ingresso, pavimento - CAROLVS MADRVTIVS / EPISCOPVS INCOHAVIT / CARDINALIS PERFECIT / ANNO M DCV - a solchi - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0