Madonna con Bambino e angeli

dipinto,

Personaggi: Madonna; Gesù bambino. Figure: angeli. Oggetti: corona

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Ridolfi Claudio (1570/ 1644)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Onofrio al Gianicolo
  • INDIRIZZO Piazza di Sant'Onofrio, 2, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il primo a parlare dell'opera è Mancini (1623-24), che la attribuisce al Ridolfi. Titi (1674) la menziona invece come opera del Domenichino. Sebbene già il revisore dell'edizione 1763 del Titi manifesti perplessità preferendo dirla "creduta del Domenichino", l'attribuzione a quest'ultimo viene frequentemente accolta nelle guide ottocentesche, ad es. da Nibby (1838) e Caterbi (1858). Quest'attribuzione del tutto infondata stenta a scomparire da questo genere di letteratura - compare ad es. ancora nella guida curata da Gigli (1980) - malgrado la critica specialistica su Domenichino l'abbia da tempo rifiutata, indicando sempre la notizia del Mancini (Serra, 1909; Spear, 1982). I più recenti interventi su Ridolfi hanno del resto pienamente riconosciuto l'autografia del dipinto. Rimane incerto se l'opera sia stata realizzata a Verona o durante un soggiorno romano, testimoniato dalle fonti (Baldinucci, 1681; Dal Pozzo, 1718), che comunque Mochi Onori (1992) ipotizza essersi verificato tra il 1594 e il 1602. Se la studiosa ritiene che la lunetta in S. Onofrio sia riconducibile "a un clima culturale romano, con una differenziazione rispetto alla produzione veronese", Carloni (1994), nel riprenderne le considerazioni rilevando l'"impaginazione simmetrica e frontale, inusuale e arcaizzante", nota comunque anche "un marcato carattere veneto (...) inconsueto nei cicli giubileari". A conferma della matrice veneta e dell'autografia ridolfiana sempre Livia Carloni rileva derivazioni dal Veronese, maestro del Ridolfi, per la tipologia della Madonna (pala per S. Sebastiano a Venezia) e la ripetizione con poche varianti dell'angelo di destra nella pala di Ridolfi con la "Madonna, san Carlo, sant'Antonio abate, san Paolo" della chiesa di S. Eufemia a Verona (1618). Per quanto riguarda il committente Carloni è propensa a identificarlo in Ludovico Madruzzo, vescovo conte di Trento, cardinale di Curia generalmente residente a Roma e già cardinale titolare di S. Onofrio negli anni 1582-1586 (1562-1586 secondo Caterbi); il Madruzzo è comunque ancora citato in documenti del convento del 1600 come "nostro protettore". A rafforzare l'ipotesi della committenza Madruzzo la studiosa ricorda il notevole impegno in questi anni in S. Onofrio del cardinal Ludovico e di suo nipote Carlo Gaudenzio Madruzzo, legato in particolar modo alla realizzazione della cappella di famiglia intitolata alla Madonna di Loreto, dove il ciclo di affreschi, il cui programma è fatto risalire a Ludovico, è di soggetto mariano e potrebbe costituire un ulteriore collegamento con la nostra lunetta. Carloni ricorda inoltre, sulla scorta dei recenti approfonditi studi storici sulla famiglia Madruzzo (1993), come in questi anni nel vescovado di Trento vengano privilegiati nelle commissioni artisti dell'ambiente veronese. Nonostante la notevole raccolta di indizi favorevoli quella della committenza Madruzzo rimane a mio avviso (R. Barbieri) solo un'interessante ipotesi. Va rilevata comunque la stranezza dell'assenza di ogni riferimento al committente nel dipinto, specialmente se questo viene confrontato con le altre lunette dipinte nello stesso scorcio d'anni nel portico e nel chiostro, tutte corredate delo stemma della famiglia finanziatrice, se non propriamente committente, delle opere. L'affermazione di Livia Carloni che l'assenza dello stemma sarebbe giustificata dalla morte del cardinal Ludovico (20 aprile 1600) ad opera non ancora conclusa, non appare adeguata. Bisognerebbe pensare al venir meno da parte degli eredi del cardinale di impegni da questo assunti, mentre questa continuità è invece, come già accennato, ben documentata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente straniero in Italia
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200820593-3
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • ISCRIZIONI nel cartiglio in basso a sinistra - ANNO IVB. MDC - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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