elemosina di San Lorenzo

dipinto, 1619 - 1622

Personaggi: San Lorenzo. Figure maschili. Abbigliamento religioso. Suppellettili ecclesiastiche

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Serodine Giovanni (1594 Ca./ 1630)
  • LOCALIZZAZIONE Veroli (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, citata e descritta dal Baglione (1641, p. 119) e dal Titi (1674, p. 253) tra le opere di certa esecuzione del Serodine, fu dipinta per la chiesa di S. Lorenzo fuori le Mura a Roma - insieme ad altro dipinto raffigurante la Decollazione del Battista- presumibilmente tra gli anni 1619 e 1625, periodo in cui la chiesa subì i rifacimenti e i restauri attestati dal Panciroli. Secondo lo Schonenberger (1957, p. 38) il termine "ante quem" deve essere però anticipato al 1622, anno in cui il pittore firma e data il "Ritratto del Padre" (Lugano, Museo Civico), dipinto che stilisticamente richiama e presuppone le opere suddette. Dotata nei secoli di grande fortuna, (fu riprodotta nel XVIII secolo in incisione dall'abate di St. Non (v. copia del Prestel conservata nel Gabinetto delle Stampe di Berlino); dal Pittore svizzero Synthus di Ginevra (opera conservata nel Museo Calvet di Avignone); inoltre figurava tra gli schizzi del taccuino di viaggio del Fragonard)- l'opera era solitamente attribuita al Guercino, fino alla restituzione al suo autore operata intorno alla metà del XIX sec. dal Mariette (1858-59, p. 205). Nel 1869, in occasione del restauro della Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura, promossa da Pio IX, l'opera fu donata dal papa ai monaci dell'abbazia di Valvisciolo. Da allora se ne persero le tracce, fino al ritrovamento attuato nel 1921 dal Papini (1923-24, p. 121), che scoperse la firma del pittore, riconoscendo l'opera in quella citata dal Pontanelli come proveniente a Valvisciolo dalla chiesa di S. Lorenzo. A quegli stessi anni risalgono il ritrovamento delle copie di Berlino e di Avignone, rispettivamente operato da H. Voss e da R. Longhi. Il Serodine, pittore di origine nordica, fu attivo quasi esclusivamente a Roma dal 1615, nelle file dei caravaggeschi postumi. Attratto dalle soluzioni formali delle ultime opere del Caravaggio- qui la composizione ad arco della scena, che lascia libera gran parte della metà superiore del dipinto, ricorda infatti la "Morte delle Vergine" (Parigi, Louvre) e la "Sepoltura di S. Lucia" (Siracusa) del Maestro- il pittore si mostra però vicino al naturalismo nordico, specie nei toni freddi e brunacei dei colori e nell'aspetto scarno e realistico dei personaggi, tanto da far presupporre contatti con l'olandese Terbruggen, a Roma in quegli stessi anni (cfr. Schonenberger, 1957, p.41)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200707350
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • ISCRIZIONI sulla caraffa posta in basso a sinistra - JOANNES SERODENUS P - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Serodine Giovanni (1594 Ca./ 1630)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1619 - 1622

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'