32 mq di mare circa. 30 vasche quadrate di alluminio zincato contenenti acqua colorata con blu di metilene

allestimento ambientale, ca 1967 - ca 1967
Pascali Pino (bari 1935 / Roma 1968)
Bari 1935 - Roma 1968

30 vasche di alluminio zincato, ognuna contenente 78.5 l. di acqua colorata con blu di metilene, per un totale di 2400 l. Nell'allestimento concepito da Pascali, le vasche formano un quadrilatero con cinque vasche sul lato lungo e quattro sul lato breve. Su un lato del quadrilatero, le 7 vasche più esterne (3 su ogni lato e una centrale) hanno una collocazione leggermente staccata dall'insieme.La colorazione dell'acqua nelle sue diverse gradazioni di azzurro è stata ricreata dal laboratorio di restauro G.N.A.M. sulla base di un disegno di Pascali intitolato "Il colore dell'acqua di mare inteso come plastica del liquido" pubblicato sulla rivista "Bit" n.4, luglio 1967, p.17, e successivamente in a.D'Elia, 1983, p.156

  • OGGETTO allestimento ambientale
  • MATERIA E TECNICA acqua colorata con blu di metilene in 30 vasche di alluminio zincato
  • MISURE Profondità: 6.5
    Altezza: 113
  • ATTRIBUZIONI Pascali Pino (bari 1935 / Roma 1968)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO Viale delle Belle Arti 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, esposta per la prima volta alla mostra "Lo spazio dell'Immagine", inaugurata a Foligno il 2 luglio del 1967 (cfr.bibl.), fa parte della serie degli "Elementi naturali", a cui Pascali aveva iniziato a lavorare dall'inizio dello stesso anno. In questo nuovo ciclo la ricerca dell'artista si estende verso l'enviroment, riducendo a misura sostanze organiche come la terra o, in questo caso, l'acqua. Disposti in forme geometriche di estremo rigore, gli "Elementi naturali" di Pascali sfuggono al puro strutturalismo (distanziandosi così dall'arte minimal) per porre in evidenza un primario carico di tensione antropologica, radicato in quella cultura agraria e mediterranea propria dell'artista. Lo stesso artista dichiarava, nel catalogo della mostra di Foligno: "ho deciso di usare gli elementi più semplici che esistono, l'acqua e la terra, forse perchè spero di avere un pezzo di terra che si specchi nel mare un domani". Nella razionalizzazione e nella standardizzazione del mondo naturale e nell'uso di materiali industriali come l'eternit o le lamiere di alluminio Pascali introduce inoltre la problematica (posta comunque sempre in termini ludici e ironici) del rapporto con l'attualità tecnologica. Esiste un appunto di Pascali sulla colorazione dell'acqua per quest'opera nell'articolo "Il colore dell'acqua di mare intesa come plastica di liquido" (in "Bit", luglio 1967, n. 4 p. 17) con allegato un disegno dell'artista con varie indicazioni di colorazione all'anilina dal verde all'azzurro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200491823
  • NUMERO D'INVENTARIO 9225
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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