Chirone centauro canta la liberazione di Prometeo. scena mitologica

dipinto, 1889 - 1889

il centauro Chirone è rappresentato, con la lira in mano, sulla riva di un mare popolato di Nereidi festanti; all'estrema sinistra del dipinto, incatenato ad una rupe, si trova Prometeo

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 105
    Larghezza: 210
  • ATTRIBUZIONI Altamura Saverio (altamura Francesco Saverio Raffaele) (foggia 1822 / Napoli 1897)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO Viale delle Belle Arti 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo essere stato accidentalmente ferito da Ercole, il centauro Chirone (che si distingueva dai suoi simili per bontà e saggezza) desiderò sacrificare la propria immortalità a favore di Prometeo. Quest'ultimo, come punizione per aver sottratto il fuoco agli dei ed averlo donato agli uomini, fu fatto incatenare da Zeus ad una rupe del Caucaso. I due personaggi mitologici, assunti dalla tradizione come i primi benefattori dell'umanità e, nello stesso tempo, come simbolo dell'incessante aspirazione umana all'incivilimento, sedussero la sensibilità romantica. Non a caso, il Prometeo liberato di Eschilo venne tradotto, alla metà dell'Ottocento, dalla scrittrice inglese Elizabeth Barret Browning, che si stabilì a Firenze dal 1846. Non è da escludere che proprio tale traduzione sia quella conosciuta da Saverio Altamura, pittore foggiano la cui data di nascita è da collocarsi nel 1822 anziché nel 1826, come riportato nella maggior parte delle biografie: il dato, infatti, si ricava da una nota del padre stesso dell'artista (cfr. Fiorio, in Monteverdi, 1984, p. 196). Allievo dei corsi serali presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, egli fu costretto ad abbandonare la città dopo aver partecipato ai moti rivoluzionari del 1848 e trovò rifugio proprio a Firenze. Qui cominciò ben presto a frequentare il Caffè Michelangelo, entrando in contatto con il gruppo dei macchiaioli toscani. Al contempo, i legami con l'ambiente artistico e letterario inglese si consolidarono ulteriormente attraverso la sua relazione con Jane Benham Hay, pittrice che aveva soggiornato in Italia e che fu allieva di John Ruskin e Frederic Leighton. Dopo l'Unità d'Italia, Altamura riprese più assidui rapporti con Napoli, dove partecipò alle Promotrici cittadine; a quella del 1890 espose il dipinto in esame, acquistato per la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma proprio in tale occasione. È lo stesso artista a ricordarlo: "... per una delle nostre esposizioni promotrici, esposi un Diogene che cerca l'uomo, ed il Centauro Chirone ... In quel tempo, ad esposizione aperta, vennero alcuni membri della giunta superiore di Belle Arti da Roma, e lo scelsero per la Galleria [d'Arte] Moderna ..." (Altamura, 1896, p. 88). Chirone centauro canta la liberazione di Prometeo appartiene all'ultima fase dell'attività di Altamura ed evidenzia i suoi contatti con le prime manifestazioni del simbolismo europeo. Egli parla della sua opera nei seguenti termini: "Avevo sempre vagheggiato questo soggetto, sempre vivo e palpitante d'idealità dopo i vari secoli di vita che gl'infuse Eschilo. Oltre d'essere il simbolo dell'umanità collettiva sempre in lotta contro la forza brutale, per me, artista, rappresenta la lotta continua che ciascun di noi combatte per incarnare il suo concetto ..." (Altamura, 1896, p. 88)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200491511
  • NUMERO D'INVENTARIO 119
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • ISCRIZIONI in basso a destra - 1889 / S. Altamura -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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