Ascensione. Veduta architettonica. Scalinata
dipinto,
ca 1911 - ca 1911
Grassi Vittorio (roma 1878 / Ivi 1958)
Roma 1878 / ivi 1958
Scalinata dei muraglioni del tevere che ocrre verso uno degli angeli berniniani del Ponte Sant'Angelo
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 130
Larghezza: 128
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ATTRIBUZIONI
Grassi Vittorio (roma 1878 / Ivi 1958): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo delle Belle Arti
- INDIRIZZO Viale delle Belle Arti 131, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera fu realizzata a Roma presumibilmente per l'esposizione del 1911 per la quale l'artista realizzò anche la "Grande veduta di Roma" (cat. n.0049 1280) e il bozzetto per il manifesto. Nel dipinto è rappresentato "un angolo dei muraglioni del Tevere presso Ponte S. Angelo, del quale si vede uno degli angeli berniniani" (G. Antonelli, La pittura a Valle Giulia, Esposizione Internazionale di Roma 1911, Roma 1911, p.112). Si tratta della parte centrale di un trittico i cui pannelli laterali rappresentano la porta Sanguinaria del Colosseo (o porta Libitinaria) e la chiesa di San Teodoro. La cornice originaria, ora smembrata, fu disegnata dallo stesso Grassi. Esempio unico nell'opera dell'artista, il trittico fu molto di moda nel primo decennio del secolo, come "quadro di idee" (M. Maffii, "Le invenzioni dei pittori", in "Il Marzocco", 2/5/1902). Nel trittico di Grassi si intrecciano l'allegoria religiosa (la violenza delle persecuzioni e il misticismo medievale come mezzi per elevare lo spirito a Dio) e l'esaltazione di Roma attraverso i secoli, tema comune delle celebrazioni del 1911. L'angelo di Ponte Sant'Angelo, inoltre, era un soggetto ricorrente nelle opere dei pittori romani di quegli anni a ridosso del Cinquantenario dell'Unità (cfr. C. Innocenti "L'angelo d'oro", esposto a Roma nel 1908); l'idea di quelle opere era di far rivivere lo spirito della città di Roma attraverso i suoi monumenti, peculiarità che ancora qualche decennio dopo e con risultati e intenti molto diversi, ad esempio, sarà propria della pittura allucinata di Scipione. Grassi realizzò nello stesso giro di anni dell'opera in esame altri dipinti allegorici di soggetto architettonico ("Ecclesia Domini", 1909; " Balaustra di Trinità dei Monti", 1911), accomunati anche dal taglio fotografico e dalla tecnica verista non indifferente a soluzioni del Balla prefuturista e comunque in sintonia con il modernismo romano.Il titolo dell'opera indica una lettura come celebrazione della storia religiosa di Roma attraverso i secoli, dalle persecuzioni delle origini ai primi martri per arrivare al trionfo della Roma barocca rappresentato dall'angelo berniniano del pannello centrale. Questa trasfigurazione di un elemento quotidiano in funzione allegorica, avviene attraverso la concentrazione su di un dettaglio per indicare l'insieme - per mezzo di un taglio fotografico che "zooma" sul particolare - che sottolinea quasi la funzione metonimica (una parte per il tutto) del soggetto riprodotto, evidente soprattutto nei pannelli laterali
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200491279
- NUMERO D'INVENTARIO 9096
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - "VITTORIO GRASSI ROMA" - Grassi V - lettere capitali - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0