Cleopatra

scultura, ca 1874 - ca 1874
Alfonso Balzico (cava Dei Tirreni (sa) 1825/roma 1901)
Cava dei Tirreni (SA) 1825/Roma 1901
  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • MISURE Profondità: 75
    Altezza: 125
    Larghezza: 205
  • ATTRIBUZIONI Alfonso Balzico (cava Dei Tirreni (sa) 1825/roma 1901)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo delle Belle Arti
  • INDIRIZZO Viale delle Belle Arti 131, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE G. A. Lauria, che descrive minutamente la Cleopatra in un saggio datato 12novembre 1874, narra come lo scultore fosse talmente affezionato a quest'opera, iniziata a Napoli ed ultimata a Torino, che la volle avere vicìno anche dopo il trasferimento a Roma (1875). Buona parte della letteratura artistica data l`opera al 1900, giudicandola il miglior esempio della ormai stanca arte del Balzico; questo errore potrebbe essere stato causato sia dalla presenza della statua nello studio del Balzico nei suoi ultimi anni romani, sia dalla scelta del soggetto raffigurato che ricorda la produzione matura dello scultore. Inoltre alcuni studiosi (a partire da A. Lauria, 1901) ritengono che il Balzico abbia inviato quest'opera e non il Flavio Gioia (cfr. inv. n. 2634) all'Esposizione Universale di Parigi del 1900. La confusione avvenuta nella letteratura viene chiarita da un passo del Trezza (p. 49) nel quale è detto che il Balzico avrebbe voluto inviare a Parigi la Cleopatra, ma ottenne il permesso di esporre unicamente il "Flavio Gioia". (Borghese) Il Lauria descrive minutamente la Cleopatra in un saggio datato 12 novembre 1874 (cit.), narrando, inoltre, come lo scultore fosse talmente affezionato a quest'opera, iniziata a Napoli ed ultimata a Torino, che la volle avere vicino anche dopo il trasferimento a Roma nel 1875. Buona parte della letteratura artistica data l'opera al 1900, giudicandola il miglior esempio della ormai stanca arte del Balzico; questo errore è causato plausibilmente dal fatto che alcuni studiosi (a partire dallo stesso Lauria (1901, p. 716) riferiscono che il Balzico inviò quest'opera e non il Flavio Gioia (cfr. inv. n. 2634) all'Esposizione Universale di Parigi del 1900. La confusione viene chiarita da un passo del Trezza (p. 49) nel quale è detto che il Balzico avrebbe voluto inviare a Parigi la Cleopatra, ma la commissione giudicatrice preferì il Flavio Gioia.Nel monumentale marmo la regina d'Egitto è rappresentata seminuda, adagiata su di una pelle di tigre, con una mano al petto e l'altra che sostiene un cesto di frutta, in mezzo al quale si erge l'aspide che la ucciderà. Ogni dettaglio, dall'acconciatura ai monili, al piedistallo del monumento evidenzia lo studio che lo scultore fece dello stile egizio, la cui fortuna trovava in Italia la sua apoteosi nell'Aida di Giuseppe Verdi, rappresentata al Cairo nel 1871 (E. di Majo, p. 214).(Onnis)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200488681
  • NUMERO D'INVENTARIO 2622
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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