capitello composito dell'Arco di Settimio Severo
Descrizione della posizione dei diversi fogli costituenti la tavola, secondo la numerazione dell'inventario del 1973: FN8120v è la pagina sinistra; ha una prolunga superiore, staccata e non inventariata, verso della precedente. La pagina destra è costituita dalla parte destra dello stesso foglio, piegato al centro per la legatura, al quale era attaccato, come prolunga laterale, un altro foglio a proseguire il disegno sul lato destro. Su questo secondo foglio compare il numero di inventario FN8121; è staccato e piegato sul lato destro, doveva essere ripiegato all'interno per la chiusura del volume. In alto, accanto alla prima prolunga superiore ve ne è un'altra, minore in altezza, sempre staccata e non inventariata; ha un'annotazione moderna, a matita, sul verso in alto a destra: 8120 bis
- OGGETTO disegno architettonico
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MATERIA E TECNICA
carta bianca/ penna/ inchiostro bruno/ acquerellatura/ matita
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MISURE
Altezza: 685 mm
Larghezza: 655 mm
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ATTRIBUZIONI
Alberti Alberto (1525-1526/ 1598)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Istituto Nazionale per la Grafica
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Fontana di Trevi
- INDIRIZZO Via della Stamperia, 6, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE E' rappresentato a grandezza naturale il capitello dell'arco di Settimio Severo, già raffigurato nella tavola precedente con uno schizzo dell'angolo dell'abaco. Una scritta a pennello, in rosso, riporta il soggetto della tavola. Due profili delle modanature del capitello, a linea punteggiata, si sovrappongono al disegno del capitello. E' la seconda di sei tavole dedicate all'arco di Settimio Severo: le tre tavole seguenti illustrano l'arco, e la quarta la metà superiore dello stesso capitello. Il disegno fa parte del volume 2502 del Gabinetto Disegni e Stampe, il cosiddetto codice C. Il volume appartiene a un gruppo di quattro (2501 A e B, 2502, 2504) con disegni architettonici attribuiti ad Alberto Alberti, per lo più dettagli o parti di monumenti antichi di Roma. Presentati ai soci dell’Accademia dei Lincei da R. Lanciani nel 1882, quando ancora appartenevano alla famiglia in Borgo San Sepolcro, furono ceduti al Gabinetto Nazionale nel 1913 da Luigi Prosperi, che li aveva acquistati da Ernestina Guidotti, figlia di un Alberti ed erede della famiglia. Riferiti da Lanciani a Cherubino e a Giovanni Alberti, nel 1982 un breve contributo di M. L. Forni propose l’attribuzione dei volumi ad Alberto, padre dei due artisti, sulla base del confronto con la grafia dei Diari degli Alberti conservati agli Uffizi. La studiosa curò l’edizione completa dei volumi (1991). Sulla base delle date che compaiono in vari fogli, il codice C risulta compreso tra il 1579 e il 1585. I volumi presentano un repertorio di forme e modelli, sulla base di rilievi dal vero esattamente misurati, muniti di piante, profili, modini, completati da indicazioni testuali. I codici nacquero probabilmente come volumi di fogli bianchi legati, in seguito estesi da prolunghe secondo le necessità del disegno, che spesso mostra continuità tra due fogli cuciti. A seguito di un restauro i codici furono sciolti e le prolunghe spesso staccate. Sono presenti annotazioni a matita moderne, di restauro. Trascrizione delle iscrizioni in Forni, p. 146
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200268494
- NUMERO D'INVENTARIO FN8121
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Nazionale per la Grafica
- ENTE SCHEDATORE Istituto Nazionale per la Grafica
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0