Il ciborio poggia su quattro colonne di travertino con capitelli sorreggenti un tegurium piramidale costituito da epistili sovrapposti che poggiano su un architrave quadrato, questo è arricchito da una cornice musiva cosmatesca e da una cornice più sottile scolpita e traforata. Sull'architrave si innalzano delle piccole colonnine dai capitelli scolpiti a foglie d'acqua e foglie d'acanto che sorreggono un secondo architrave a pianta quadrata. Su di esso si imposta un nuovo ordine di colonnine sostenente un architrave a pianta ottagonale con quattro colonnine per ciascun lato. Sull'architrave ottagonale poggiano delle lastre marmoree, due delle quali recano antiche iscrizioni. Sulla piramide tronca si innalza una lanterna piramidale a pianta quadrata e architravata, sovrastata dal globo con la croce
- OGGETTO ciborio
-
MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
TRAVERTINO
-
ATTRIBUZIONI
Drudo Da Trivio (notizie Prima Metà Sec. Xiii)
- LOCALIZZAZIONE Ferentino (FR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ciborio è opera del marmorario romano Drudo di Trivio. Il suo impianto è analogo a quello del ciborio del Duomo di Anagni, secondo una tipologia del resto diffusa negli esemplari romani dal XII secolo. A differenza della simile opera anagnina, questa è priva del secondo piano della lanterna che, secondo la ricostruzione del Giovannoni, doveva avere forma ottagonale e sorreggere la piccola piramide terminale. Tale ipotesi non è da respingere, poiché da vecchie foto precedenti i restauri (foto che abbiamo potuto vedere nell'Archivio della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio e riportate anche da C. Zannella, Ferentino, Inchieste sui Centri minori; ill. 370-71), sul ciborio, nella parte terminale, sono visibili quattro volute dorate incrociatesi nel mezzo, probabilmente sovrappostevi al tempo del rimaneggiamento barocco della Cattedrale, voluto al Vescovo Carlo Antonelli nel 1687 Ora, secondo il Giovannoni, a causa di tale decorazione potrebbe essere stata rimossa e perduta la parte terminale della lanterna. Che il tipo di ciborio architravato a più ordini di colonnine fosse diffuso nel Lazio, è dimostrato non solo dal citato esempio anagnino, ma anche da altri esemplari, quali quello di S. Clemente a Roma, quello di S. Lorenzo fuori le Mura (datato 1148 da Pietro Giovanni Angelo e Sasso, figli del marmorario Paolo), quello della Chiesa di Terracina, quello in S. Andrea del Fiume a Ponzano Romano, quello di S. Giorgio in Velabro, ed altri perduti in S. Croce in Gerusalemme (anteriore al 1144) dei S. S. Cosma e Damiano (anteriore al 1153) ed, infine, anche quello di S. Elia di Napoli. Grazie alle iscrizioni poste sugli architravi, è possibile datare il ciborio ferentinate, in base ai caratteri maiuscoli con elementi gotici, che penetrano nell'uso romano alla metà del secolo XII. I caratteri stilistici e morfologici dell'opera, inoltre, sono riscontrabili in esempi della fine del XII, inizio XIII secolo; ma la possibilità di una datazione più precisa ci è offerta dalla presenza del nome del committente Giovanni Arcidiacono di Norwich, appartenente a nobile famiglia ferentinate. Da quanto riferisce il Giovannoni, che ha approfondito le ricerche in questo senso, tale personaggio è infatti ricordato in un documento conservato nell'archivio di S. Scolastica (VI, 3), datato 12 maggio 1238 (Federici, Monasteri di Subiaco, II, p. 361, n. CCLXXXXVIII a). Il ciborio è dunque ascrivibile a un'epoca vicina a quella ricordata dalla pergamena: primi decenni del XIII secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200241082A-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- ISCRIZIONI all'interno dell'architrave posteriore - +MAGISTER . DRUDUS . DE TRIVIO ./ CIVIS . ROMANUS . FECIT . HOC/ OPUS - a solchi - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0