La lastra, tagliata su tutti i lati e sbrecciata lungo i margini, si trova murata capovolta nel presbiterio, a base del mosaico cosmatesco. Sul lato destro la decorazione è delimitata da una cornice scolpita a quattro nastri viminei intrecciati, a tre capi ciascuno. Lungo i bordi quattro trecce si legano ad un grande cerchio che include un rombo formato da un nastro trisolcata. La sintassi ornamentale si articola in tre cerchi concentrici, scolpiti a nastro bisolcato e raccordati tra loro da quattro trecce poste in diagonale. Tra il cerchio ed il rombo, sul fondo, sono campite foglie d'edera lievemente ricurve che si dipartono dalle trecce diagonali. Più all'interno coppie di gigli a doppio stelo e al centro dell'intera composizione, una rosetta dai nove petali lanceolati
- OGGETTO pluteo
- AMBITO CULTURALE Ambito Laziale
- LOCALIZZAZIONE Ferentino (FR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'articolata ornamentazione della lastra riprende motivi di origine ellenica diffusi nel repertorio iconografico paleocristiano, ricorrenti in molte delle lastre altomedievali rintracciate in tutta la penisola ed Oltralpe, e collocate cronologicamente a partire dall'ottavo secolo. Alcuni studiosi delle sculture di Roma e del lazio (H. Fillitz, Studien, 1958, pp. 44-49; C. D. Sheppard, Lombard Marble sculpt. 7°-8° centuries, 1964, p. 201), e anche gli studi tra i più recenti (L. Pani Ermini, Corpus VII, I, nn. 43, 60, 62; Melucco Vaccaro, Corpus VII, IV, nn. 247-48; Raspi Serra, Corpus VIII, nn. 53, 125, 145, 146, 295, 296), confermano quanto già proposto dal Kautzsch (Die Romische S., 1939) riguardo alla sequenza cronologica di tali sculture. Secondo lo studioso, il rilievo in esame sarebbe coevo alla lastra di pluteo frammentaria, conservata nell'Avancorpo dell'Acropoli (Carceri di S. Ambrogio, sch. 42) e pertanto ascrivibile al primo quarto del IX secolo. La Ramieri si dichiara in disaccordo su questa collocazione cronologica, datando la lastra al secondo quarto del medesimo secolo in base a un confronto diretto tra i due pezzi. La diversità rilevabile tra i due rilievi, da un punto di vista stilistico e compositivo, giustificherebbe secondo la studiosa "non solo una differenza di mano ma anche un divario cronologico", (A. M. Ramieri, La diocesi di Ferentino, Corpus, 1983, pp. 40, 42). Nonostante il precario stato di conservazione del pezzo dell'Avancorpo dell'Acropoli - spezzato in sette frammenti e notevolmente consunto a causa del suo riutilizzo come lastra pavimentale - la proposta della Ramieri sembra la più calzante per i seguenti motivi: innanzitutto è stato giustamente rilevato che il giudizio del Kautzsch può essere stato sviato dall'utilizzazione di una foto non corrispondente all'oggetto, che è stato quindi scambiato con un disegno corrispondente alla nostra lastra. Inoltre, al di là delle indubbie affinità iconografiche, si può notare che il pluteo murato nel recinto presbiteriale, sembra denunciare la mano di un artefice operante in una fase più matura dell'evoluzione del motivo ornamentale impiegato, come denota la maggior complessità del tessuto geometrico ed il più ricco decorativismo degli elementi di riempimento. Affinità sono rilevabili con esemplari di Como e di Sirmione (Ramieri, ma in proposito vedasi pure: Kautzsch, Lang. Sch., p. 31, fig. 32; C. L. Raggianti, L'arte in Italia, II, fig. 431), affinità ancora più stringenti con una lastra di S. Sabina (v. Trinci Cecchelli, Corpus VII, n. 246), con la quale il pezzo in esame condivide l'uso del nastro vimineo sottile. In base dunque alla datazione fissata per l'esemplare romano, risalente all'epoca di Eugenio II (824-827), si può collocare la lastra di pluteo in esame in un periodo appena successivo, come conferma la Ramieri
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200241081
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0