Cristo e i Santi Sebastiano, Lorenzo, Zotico e Stefano; Madonna; San Pietro e San Paolo; agnello

dipinto, ca 900 - ca 1099

Arco dell'abside decorato da fascia con cristogramma centrale da cui si dipartono due festoni con fiori e frutta. Nel catino al centro, è raffigurato Cristo con il braccio sinistro alzato e con il destro mostrante un rotolo. Ai suoi lati, rispettivamente i santi Sebastiano e Lorenzo a sinistra e Zotico e Stefano a destra. Nella zona sottostante, in asse con il Cristo, è raffigurato l'Agnello mistico con il gregge a lati; in basso al centro la vergine tra due angeli e le sante Lucia e Cecilia a sinistra, Agnese e Caterina a destra; al di sotto, motivo a greca interrotto al centro da tre santi, Benedetto, Pietro e Paolo

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • LOCALIZZAZIONE Roma (RM)
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attuale stato di conservazione non consente una lettura dettagliata dell'affresco che decora l'abside di S. Sebastiano. L'individuazione esatta dei personaggi si è resa possibile grazie agli acquarelli eseguiti da Antonio Eclissi nel 1630 che riproducono l'intero ciclo decorativo dove accanto ad ogni personaggio compariva una iscrizione indicante il suo nome. E' da notare che nel 1975 la Gigli definiva le iscrizioni dell'affresco ancora "parzialmente leggibili"; allo stato attuale invece, si riesce solo a scorgere la traccia di alcune lettere, segno dunque di un rapudo processo di deterioramento che deve indurre ad un immediato intervento di restauro. All'interno del catino, la presenza di una fenice e di due palme insieme alla mano di Dio Padre, definiscono maggiormente l'ambientazione paradisiaca dell'intero ciclo che vede, nella zona sottostante al Cristo, il gregge uscente dalle due città celesti di Gerusalemme e Betlemme. Noevole importanza riveste l'iscrizione della fascia superiore alla vergine, purtroppo scomparsa ma trascritta dal Gaetani: "VIRGO REDEMPTORIS GENITRIX et SPLENDIDA MATER CHRISTI/ ACCIPE cum ZOTICO et SEBASTIANO vota beata/ quae sophus, illustris quoque medicus PETRUS offert/ ut precibus capiat vestris coelestias regna". Dall'iscrizione risulta così il nome del committente: "Medicus Petrus", lo stesso a cui si deve la fondazione del monastero e della chiesa, e che si fece ritrarre sulla parete di fondo del presbiterio in atto di offrire il modello dell'edificio a San Sebastiano. Oltre all'iscrizione dipinta il nome di Pietro medico come committente del ciclo è riportato in un codice conservato in Vaticano (Codice. Vat. Lat. 378) dove in una nota obituaria viene esplicitamente attribuito al personaggio il merito di aver fondato il monastero. E' nota inoltre la data di mrte di Pietro, deceduto poco prima del 999; ciò serve così a stabilire con certezza l'epoca di appartenenza dell'intero ciclo di affreschi. Per lo schema compositivo l'affresco di S. Sebastiano si rifà ai modelli pù antichi di SS. Cosma e Damiano, S. Prassede e S. Cecilia. Insieme ad una persistente influenza della cultura bizantina si uniscono interpretazioni della pittura locale visibili ad es. nei lineamenti arrotondati del Cristo e nella forma ingentilita della Vergine. Caratteristica dominante della rappresentazione è la tendenza ad una decorazione vivace che costituì, secondo il Matthie, un'indicazione ripresa poi dalla pittura romana fino al XII secolo. Posteriore è l'affresco con le raffigurazioni dei SS. Pietro e Paolo. Il santo dipinto al centro, Benedetto, venne scambiato nel Seicento con la Vergine ma l'abito da monaco e l'attributo del libro poco visibile, induce ad identificare nel personaggio questo importante santo. Sotto l'affresco era collocata un'iscrizione: "Ego Benedict PP. et monachum pingere feci". Il Benedetto indicato potrebbe essere il "frater Benedictus monacens" segnalato in una nota obituaria dell'XI secolo contenuta nel Cod. Vat. 378 (c. 53a). Questo dato induce a datare l'affresco all'XI secolo, datazione che coincide peraltro con l'arrivo dei monaci nell'abbazia di Montecassino a seguito della decisione di Alessandro II di donare nel 1061, il monastero e la chiesa all'abate Desiderio. La presenza di San Benedetto al centro dell'affresco può documentare l'omaggio dei monaci benedettini al loro fondatore in occasione del loro insediamento in S. Sebastiano. Dai pochi frammenti di pittura rimasti si individua il diverso orientamento stilistico di questo artista di cui Matthie ha notato maggior interesse per la pittura bizantina. Al di sotto dell'affresco e della fascia con il motivo a greca rimangono tracce del disegno di una decorazione posteriore costituita dall'intreccio di cerchi di diversa grandezza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200230399-7
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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