Martirio di Policarpo
dipinto,
Leopardi Marcello (1750 Ca./ 1795-1796)
1750 ca./ 1795-1796
Personaggi: s. Policarpo. Figure: soldati; carnefici. Simboli del martirio: (Policarpo) colonna. Architetture
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Leopardi Marcello (1750 Ca./ 1795-1796)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Stefano Rotondo
- INDIRIZZO via S. Stefano Rotondo, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come appurato da Ceschi, l'affresco riginale del Pomarancio, documentato nelle incisioni del de' Cavalieri, andò distrutto nel 1778 o poco dopo, allorché il muro su cui era dipinto fu abbattuto insieme con quello dell'intercolumnio successivo per costruire, sotto la direzione di Pietro Camporesi, una nuova cappella da dedicare a s. Stefano di Ungheria. Il progetto fu poi abbandonato e i due intercolumni furono richiusi con muri a sezione dritta, e non curva come in tutti gli altri, e alzati con tecnica sommaria e ben distinguibili, come già rilevava Krautheimer. Il sottocorpo della cappella mai edificata è stato riconosciuto da Ceschi nella costruzione a volta, già ritenuta da Krautheimer una cisterna, ubicata nel giardino esterno in corrispondenza delle due arcate; Ceschi riporta anche un documento in cui risulta che si costruiva la nuova cappella "aprendo il muro [...] dove era una porticella che corrispondeva al giardino, in mezzo tra la Madonna e l'altare del Crocifisso": la presenza di una porta aperta nel muro dell'intercolumnio seguente spiega così la ragione per cui non vi era mai stato alcun affresco del Pomarancio, problema sul quale Monssen può solo formulare delle ipotesi. I nuovi muri furono poi ricoperti da nuove pitture: al posto dell'affresco perduto ne venne eseguito un altro, che riprendeva l'episodio principale desumentolo dall'incisione del de' Cavalieri. Nella stessa incisione sono riportate le scritte relative agli altri episodi che vi erano rappresentati. Nibby, Melchiorri e Ceschi attestano che l'autore degli affreschi fu Francesco Manna (Palermo 1752 / Roma 1831); in realtà nell'affresco con il Martirio di s. Margherita è leggibile la firma di Leopardi, come notato da Monssen. Leopardi, operoso a Ravenna e a Perugia durante il penultimo decennio del '700, all'inizio degli anni novanta arriva a Roma, dove frequenta l'Accademia de' pensieri di Felice Giani: i due affreschi di S. Stefano Rotondo, di stile neoclassico, ne sono riprova e documentano l'evoluzione della sua maniera rispetto alle opere umbre. Nel gennaio 1794 è eletto accademico di merito dell'Accademia di S. Luca, ma nel 1795 è nuovamente a Perugia: entro questa data sono dunque da ascrivere gli affreschi. Leopardi muore prima del 5 febbraio 1796, probabilmente a Roma
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente straniero in Italia
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200175636
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
- DATA DI COMPILAZIONE 1983
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI cornice superiore - IN MEDIO IGNIS NON SVM AESTVATVS ECCL. II - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0