Crocifissione (verso)
dipinto
ca 1437 - ca 1438
Antonio Di Guido Recchi (attribuito)
1390-1400/1447-1449
tela dipinta
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 126 cm
Larghezza: 102 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
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ATTRIBUZIONI
Antonio Di Guido Recchi (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale delle Marche
- LOCALIZZAZIONE Palazzo ducale
- INDIRIZZO Piazza Rinascimento, 13, Urbino (PU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo stendardo presenta sul verso la scena della Crocifissione, così come tramandataci dai Vangeli. Il centurione Longino ferisce con la lancia il costato di Cristo, mentre Stephanon sostiene la canna con cui gli aveva offerto la spugna imbevuta di aceto. Maria Maddalena, avvolta in un ampio mantello rosso, abbraccia la croce in ginocchio; accanto a lei si trova Maria, madre di Cristo, sostenuta da Maria di Cleofa e Maria di Zebedeo. San Giovanni, sul lato opposto a quello delle tre dolenti, esprime il suo dolore aprendo compostamente la veste sul petto; dietro di lui due soldati parlano tra di loro, mentre in alto emerge la figura del centurione che, in accordo al vangelo di Marco, confida al suo compagno di aver riconosciuto nell’uomo sulla croce il Figlio di Dio. Sul recto dello stendardo sono raffigurati San Giacomo Maggiore e Sant’Antonio Abate, dalla cui confraternita in Urbino venne commissionato lo stendardo. Sant’Antonio, benedicente, è riconoscibile dal porcellino con il campanello, correlato ad uno dei suoi miracoli compiuti in Catalogna. San Giacomo è invece identificabile dal bastone da pellegrino che tiene ai suoi piedi, e dal libro che tiene aperto sulle ginocchia, che mostra brani dalla lettera dell’apostolo contenuta nella Bibbia. Antonio di Guido Recchi da Ferrara, conosciuto anche come Antonio Alberti, recepisce il nuovo fermento pittorico proveniente da Firenze. Le figure e gli sfondi sono liberi dall'impronta tardo gotica e guardano già al Rinascimento. Per quanto riguarda il recto dello stendardo, si segnala che Scatassa (1906) e Zaccarini (1914) avevano inizialmente identificato il santo con il bastone da pellegrino in San Rocco; solo a partire da Serra (1919[?]) viene correttamente individuata la figura di San Jacopo di Compostela (San Giacomo Maggiore). Lo stendardo apparteneva ai titolari della Confraternita urbinate di Sant'Antonio abate, aggregata a quella di San Giovanni nella prima metà dell'Ottocento; si trovava infatti presso i locali di quest’ultima al momento del suo ingresso nel Museo dell'Istituto di Belle Arti delle Marche (primitivo nucleo della futura Galleria Nazionale), avvenuto l’11 luglio 1867 (come testimonia la ricevuta pubblicata da Fucili, 2011). Un riferimento allo stendardo è contenuto in una nota spese rinvenuta nell'archivio della Confraternita di San Giovanni, e pubblicata per la prima volta nel 1898 da Ercole Scatassa con numerosi errori, successivamente corretti da Matteo Mazzalupi. In base a detta nota lo stendardo risale al 1438, e le spese per la sua realizzazione vennero sostenute da Don Sperandio (Sperandeo), già committente allo stesso Antonio da Ferrara nel 1436 di un trittico (Madonna con Bambino e Santi) proveniente da San Cipriano di Urbino, appartenente anch'esso alla collezione della Galleria Nazionale delle Marche
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100368848
- NUMERO D'INVENTARIO 1990 DE 218
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2024
- ISCRIZIONI nel cartiglio della croce - I. N. R. I - capitale - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0