Visitazione

dipinto,

dipinto a tempera su intonaco raffigurante la visitazione. L’incontro tra la Vergine e Santa Elisabetta di svolge all’aperto, dinanzi al’abitazione di quest’ultima. Di grande bellezza sono le due figure femminili, che nonostante l’accentuato grafismo della raffigurazione, presentano una grande delicatezza. Molto ridotti sono gli elementi esornativi, forse a concentrare l’attenzione dell’osservatore sulla scena principale. Alle spalle della Vergine si trova San Giuseppe, nell’atto di reggere le briglie di un asino; alle spalle di Santa Elisabetta si trova invece San Zaccaria. Alle spalle di quest’ultimo una struttura architettonica che contribuisce a dare profondità al dipinto murale, contrastando l’appiattimento delle superfici che l’uso della bicromia certamente facilita. La scena è dipinta entro una lunetta, utilizzando i soli colori bianco, celeste e bruno per i contorni che risultano molto netti. In corrispondenza dei due pennacchi, dipinti con un rosso mattone, ci sono due tondi entro i quali sono raffigurati: a sinistra la Vergine e il Bambino entro una nuvola, sopra ad un edificio, a rappresentare un atto di protezione; sulla destra l’emblema dei Cappuccini, la croce e due braccia che si incrociano

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Bernardino
  • INDIRIZZO Via dei Cappuccini, 2, Amandola (FM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione di tutta la cappella fu eseguita contestualmente alla decorazione dell’intera chiesa, che, secondo la tradizione, fu eseguita tra il 1925 e 1930 dal frate cappuccino Arturo Cicchi da Monterado, probabilmente insieme a qualche collaboratore. In particolare l’intero ciclo rimanda alla cappella della Madonna delle Grazie nella chiesa di santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca di Monteprandone (AP) in cui si trovano le pitture a tempera raffiguranti vari episodi della vita di Maria tra i quali l’Annuncio dell’angelo a Maria, la visita di Maria a S. Elisabetta. Queste raffigurazioni sono del tutto affini nell’impostazione a quelle che troviamo nella cappella della Madonna di Lourdes della chiesa di San Bernardino in Amandola. È dunque probabile che il ciclo sia stato realizzato durante i lavori eseguiti sotto la direzione di Arturo Cicchi, che videro un totale rinnovamento della chiesa, ma le differenze stilistiche rispetto all’interno della chiesa farebbero pensare alla cooperazione di più artisti. Più stringenti infatti sono le affinità stilistica tra le tre cappelle, in cui domina un accentuato grafismo che è del tutto stemperato in forme più eteree nella decorazione del corpo longitudinale della chiesa, nel presbiterio e nell’abside. Senza dubbio la scena della Visitazione è quella che conserva la maggiore eleganza, nonostante l’accentuato grafismo che caratterizza in particolare i panneggi degli abiti sia delle figure maschili che di quelle femminili e che conferisce forse un valore aggiunto anche ad alcuni particolari come quello dell’edera che si inerpica sull’edificio, sovrastando metaforicamente anche l’abbraccio della Vergine e di S. Elisabetta, o il particolare delle aureole che denotano una discreta attenzione per un decorativismo di una certa eleganza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264439-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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