dipinto, 1925 - ca 1930

Decorazione a tempera su intonaco dell’area presbiteriale e del coro che presentano uno sfondo color albicocca costellato di stelle, interrotto da fasce decorate a motivi geometrici e floreali, poggianti su semplici peducci. Le pareti presentano finti mattoni sui quali si incastonano finte mattonelle con iscrizioni a pennello “IHS”. La parte più alta della decorazione della parete presenta fasce decorate con girali di motivi vegetali stilizzati e cornici con motivi geometrici, mentre più in basso una serie di finti archetti ciechi ospita finte lampade. In corrispondenza del coro si susseguono le lunette, all’interno delle quali si trovano entro festoni di frutta ed elementi vegetali le scritte a pennello IHS entro un sole su sfondo azzurro, su entrambe le pareti laterali; sulla parete di fondo si trova invece il simbolo dell’ordine francescano. Il pannello che copre la parte posteriore della mostra d’altare presenta la medesima decorazione nella parte alta, dove troviamo un festone di motivi vegetali e frutti, all’interno del quale si legge “BENEDICITE/ SERVI DOMINI/ DOMINO/ - DAN.3, 84-“. L’intero pannello, di color albicocca è diviso in quadrati nelle cui congiunzione si trova nuovamente la scritta a pennello IHS

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Bernardino
  • INDIRIZZO Via dei Cappuccini, 2, Amandola (FM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione del coro, che presenta una semplice forma quadrangolare tipica dell’architettura dei frati Cappuccini, e del presbiterio risponde ad un progetto unitario che ha interessato l’intera chiesa di San Bernardino e le cappelle laterali nel secondo quarto del XX secolo. Eppure differenza stilistiche lasciano ipotizzare la cooperazione di più artisti, attivi contemporaneamente sul cantiere pittorico. In particolare l’area presbiteriale e quella del coro si presentano del tutto affini nell’impostazione generale al corpo longitudinale della chiesa. Secondo una tradizione non corroborata da fonti documentarie, ma ampliamente accolta, l’articolata decorazione che investe tutta la chiesa di San Bernardino in Amandola, l’area del coro e le cappelle laterali, sarebbe stata eseguita tra 1925 e 1930 dal frate cappuccino Arturo Cicchi di Monterado (AN). Purtroppo pochissime informazioni si conservano di questo artista che fu attivo nella prima metà del Novecento. Fu allievo di Augusto Mussini (Reggio Emilia 1870-Roma 1918), il quale entrò come terziario nel 1903 nel convento cappuccino di Ascoli prendendo il nome di fra’Paolo. Molto attivo in Emilia, nelle Marche, in Toscana e a Roma, , ispirandosi a varie correnti, dallo stile floreale dei preraffaelliti con richiami al liberty e al divisionismo, fino alle suggestioni simboliste, Mussini ebbe una grandissima influenza sugli artisti locali marchigiani, scuotendo l’arte sacra che fino a quel momento era stata cristallizzata in schemi accademici e puristi, introducendo lo schema divisionista in ambito religioso e scatenando fortissime polemiche. Durante la sua attività in particolare ad Ascoli (1903-09) e a Quintodecimo avviò alla pittura schiere di artisti come Didimo Nardini, Giuseppe Poli, Guglielmo Cantalamessa, e il citato Arturo Cicchi. In particolare quest’ultimo collaborò con il Mussini alla decorazione della chiesa di Santa Maria delle Piane di Quintodecimo (Acquasanta Terme, AP) tra 1910 e 1913, insieme agli altri allievi, con un complesso ciclo biblico, caratterizzato da figure angeliche preraffaellesche e decorazioni floreali liberty, raffigurante episodi della Storia del Genere umano, la crocifissione e due trittici per gli altari laterali; l’Annunciazione rivela invece una totale adesione alla tecnica divisionista in cui le forme i i volumi vengono smaterializzati dagli effetti di luce. Certamente Arturo Cicchi fu molto influenzato dallo stile del Mussini. La decorazione della chiesa di Amandola ricorda nell’impostazione generale quella di Santa Maria delle Piane a Quintodecimo nelle scelte cromatiche, nella predilezione per l’uso di elementi simbolici che spesso alludono al primo cristianesimo entro tondi o riquadri (a Quintodecimo lungo le pareti, mentre ad Amandola ricorrono lungo la decorazione della volta e del coro), nella ricorrenza di finte modanature che corrono lungo la parte alta delle pareti (in Amandola si tratta di archetti ciechi, come quelli che corrono anche nell’area presbiteriale e absidale) e di ricchi fregi con motivi vegetali e geometrici, ma anche la commistione tra elementi geometrici e naturalistici, che alludono chiaramente allo stile liberty. Arturo Cicchi realizzò le sue opera più importanti nella chiesa di santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca di Monteprandone (AP), dove si conservano: la vetrata della porta di ingresso del santuario della raffigurante gli apostoli Giacomo e Filippo; la decorazione a tempera della cappella di san Giacomo della Marca in cui frate Arturo ha dipinto gli angeli che reggono il cartiglio con le strofe dell’inno latino in onore del Santo, le vetrate e gli otto medaglioni alla base della piccola cupola che illustrano simbolicamente le virtù del Santo; la cappella della Madonna delle Grazie in cui si trovano le pitture a tempera raffiguranti vari episodi della vita di Maria tra i quali l’Annuncio dell’angelo a Maria, la visita di Maria a S. Elisabetta, del tutto affini a quelli che troviamo nella cappella della Madonna di Lourdes della chiesa di San Bernardino in Amandola. Ad Arturo Cicchi sono attribuiti inoltre la Madonna di Loreto, Profeti e angeli, la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta e la Circoncisione nella chiesa di Santa Maria fella Pace a Sassoferrato (AN), due vetrate nella chiesa di S. Antonio da Padova a Falconara Marittima (AN). Possiamo quindi ipotizzare che Arturo Cicchi abbia avuto un ruolo fondamentale nell’impostazione generale della decorazione, avvalendosi di varie maestranze a cui si devono le diversità stilistiche di alcuni elementi della decorazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264405
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI coro e presbiterio, pareti - IHS - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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