tabernacolo,
post 1700 - ante 1749
Il tabernacolo ligneo a pianta centrale destinato all'altare maggiore
- OGGETTO tabernacolo
- AMBITO CULTURALE Ambito Marchigiano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Bernardino
- INDIRIZZO Via dei Cappuccini, 2, Amandola (FM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tabernacolo ligneo si presenta come un'elegante struttura a pianta centrale, di forma esagonale, che emula la forma di un tempietto. L’ordine inferiore, la cui forma esagonale è sottolineata da coppie di colonne tortili poggianti su plinti e dado rettangolare, presenta al centro uno sportello, preceduto da tre gradini e sormontato da una lunetta anch’essa decorata, che dà accesso al vano che ospita l’Eucarestia. I dadi, le facciate laterali e lo sportello sono caratterizzati da intagli di legno di varie gradazioni che disegnano figure geometriche. Di dimensioni più ridotte è il registro superiore, che riprende la decorazione sottostante con eleganti volute agli angoli e si conclude con cornice con balconata e pinnacoli poggianti sui dadi che ricorrono in ogni ordine. Sul tamburo, anch’esso esagonale, si imposta la cupola a cipolla, decorata con motivi vegetali, sormontata dalla croce, anch’essa in legno. Il tabernacolo presenta la parte elaborata verso l’assemblea e un tavolato grezzo nella parte retrostante. Il tabernacolo di Amandola, opera pregevole, si pone sulla scia di un’ampia scuola di ebanisteria nata all’interno dell’ordine dei frati cappuccini marchigiani e sviluppatasi dagli anni '30 del Seicento fino agli anni '70 del Settecento, specializzata nell’esecuzione di veri e propri tempietti a pianta centrale. Essi presentano caratteri codificati, seppure con variazioni: hanno struttura a pianta esagonale o ottagonale; l’alzato si articola su 2 o 3 ordini sormontati da una cupola per lo più a cipolla che sorregge una croce; nella facciata del primo ordine uno sportello dà accesso al vano interno che custodisce l’Eucarestia. Il primo di questi tabernacoli, databile al 1632, si trova nel convento di Offida ed è attribuito a Desiderio Bonfini di Patrignone (AP) che ha scolpito anche il pulpito e il seggio nel Duomo di Ripatransone (AP). Il tabernacolo eucaristico era l’oggetto più importante della chiesa, in cui si concentravano il culto dell’eucarestia e la conferma del voto di povertà nell’uso del legno chiara allusione al lignum vitae, il legno della Croce. Nel tabernacolo di Amandola, come avviene anche in tutti i tabernacoli realizzati dai cappuccini in questo periodo, l’artista si allontana solo in parte dal concetto di assoluta povertà e semplicità, in sintonia con il gusto barocco del momento. Il tabernacolo si presenta come una struttura molto elaborata dove il severo materiale di base, il noce, si coniuga a una complessa decorazione a tarsie lignee. Secondo Santarelli, il tabernacolo ligneo deve essere datato al secolo XVIII, pur presentando alcune diversità rispetto allo stile degli altri cibori dei cappuccini piceni. Certamente differisce per molti aspetti dal tabernacolo di Offida, il modello dell’ebanisteria cappuccina, che si sviluppa maggiormente in altezza. Sembra invece più affine al tabernacolo ligneo eseguito nel 1682 da fra’ Liberato da Macerata per la chiesa dei cappuccini di Civitanova Marche e a quello della chiesa dei Cappuccini di Cingoli (1688), nello sviluppo della pianta centrale e nella cupola a cipolla, nonostante la maggiore raffinatezza dei due esempi citati. I tabernacoli di fine Seicento sono caratterizzati dall’uso di colonne tortili, dalle riduzioni delle dimensioni e proporzioni delle volute e da un solo ordine di colonne sotto la balaustra, elementi che ritroviamo ad Amandola. Del tutto nuovi rispetto agli esempi del secondo Seicento, circostanza che rende più complessa la datazione, appaiono gli elementi vegetali che, con delicate volute, suddividono in spicchi la cupola a cipolla, l’uso di doppie volute agli angoli del registro superiore con alti pinnacoli, la porticina con trabeazione e timpano entro una lunetta decorata, circostanza che farebbe supporre una datazione più tarda, riconducibile al primo Settecento. Purtroppo, come spesso avveniva per gli ebanisti cappuccini, il tabernacolo non è firmato
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264394
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0