La Muta. Ritratto di donna

dipinto ca 1505 - ca 1509

tavola dipinta

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • ATTRIBUZIONI Sanzio Raffaello (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale delle Marche
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo ducale
  • INDIRIZZO Piazza Rinascimento, 13, Urbino (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto viene documentato per la prima volta a Palazzo Pitti di Firenze nel 1710, nell'inventario del Principe di Toscana Ferdinando de Medici; tuttavia si ipotizza che in origine possa essere appartenuto alle collezioni ducali urbinati, trasferite con l'eredità di Vittoria della Rovere a Firenze. Dopo il trasferimento presso la villa medicea di Poggio a Caiano intorno al 1713 e l'arrivo alle Gallerie degli Uffizi nel 1773, l'opera nel 1927 viene depositata presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, città natale di Raffaello che a quel tempo non possedeva alcuna sua opera. Il ritratto, meglio conosciuto con il nome di 'Muta' per la fissità enigmatica e pensosa del personaggio, raffigura una gentildonna, la cui identità risulta ancora oggi ignota. Tra le ipotesi sono stati fatti i nomi di Magia Ciarla (madre dell'artista) e di Elisabetta Gonzaga, che risulta tuttavia molto diversa rispetto ad un altro suo ritratto realizzato dall'artista stesso; appare oggi poco plausibile anche l'ipotesi di Giovanna Feltria della Rovere, figlia di Federico da Montefeltro, andata in sposa a Giovani delle Rovere, Signore di Senigallia, e protettrice del pittore a Firenze: Giovanna era infatti troppo in vista per non essere riconosciuta dai primi inventari in questo ritratto, ed inoltre all'epoca dell'esecuzione dell'opera doveva aver superato i quarant'anni, un'età troppo avanzata per la dama raffigurata. L'opera risale al periodo fiorentino di Raffaello e la datazione oscilla tra il 1505 e il 1509. Le indagini diagnostiche effettuate hanno confermato che il dipinto nel giro di pochi anni ha subito sostanziali mutamenti nei particolari fisionomici e nell'abbigliamento, causando una diversa interpretazione dell'immagine. Nella prima stesura la donna aveva un aspetto più giovane, capelli mossi e una profonda scollatura; nella versione definitiva il volto appare più austero, i capelli sono raccolti e la scollatura è pressoché scomparsa: forse le modifiche sono dovute a un mutamento delle 'status' sociale della gentildonna, come per esempio la vedovanza, oppure l'austerità dell'abbigliamento è un richiamo alle leggi suntuarie fiorentine. La posa della donna suggerisce un richiamo ai ritratti femminili di Leonardo, mentre il fondo scuro, la resa dettagliata dei tessuti e delle mani rimandano alla ritrattistica nordica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100264150
  • NUMERO D'INVENTARIO 1990 DE 237
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale delle Marche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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