paesaggio notturno con casolare in fiamme

dipinto 1728 - 1748

tela dipinta

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 81 cm
    Larghezza: 100 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • ATTRIBUZIONI De Marchis Alessio (1675/ 1752)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria nazionale delle Marche
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo ducale
  • INDIRIZZO Piazza Rinascimento, 13, Urbino (PU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alessio De Marchis nacque a Napoli l'8 maggio del 1675 e all'età di 8 anni si trasferì a Roma con la madre. A Roma studiò nella bottega di Philipp Peter Ross detto Rosa da Tivoli, ma apprese tanto anche dalle opere di Gaspard Dughet. Nonostante la formazione romana nella sua pittura il De Marchis subisce anche l’influenza di artisti napoletani, in particolare si ispira agli albori di Salvator Rosa. Dopo un anno e mezzo di permanenza presso la bottega del Ross l’artista si dedicò allo studio del reale. Dipinse paesaggi cercando di rappresentare ciò che nella natura è più pittoresco con una pennellata veloce, quasi impressionistica, al fine di ottenere un alto effetto decorativo. L’incendio, soggetto non desueto nel repertorio di altri artisti a quei tempi, fu molte volte replicato dal De Marchis e gli assicurò la fama tra i committenti romani. Seppe trasmettere ai suoi «incendi» un fascino da renderli tanto ricercati dal pubblico. Nel suo stile bucolico e arcadico è considerato il precursore del Romanticismo. I suoi dipinti sembrano essere eseguiti di getto, le pennellate sono rapide e sciolte, i tocchi sono larghi e in tutto ciò si sente la sua libertà esecutiva. Gli esseri umani nelle sue opere sembrano figurine appena abbozzate, testimoni minuscoli e indifesi delle costruzioni morse dalle fiamme. Tutto è sminuito davanti alla forza scatenata della natura. Dai biografi fu considerato il pittore di vedute, antiche rovine e campagne romane, perfezionate negli effetti luminosi. Per il marchese Teodoli dipinse alcuni paesaggi nella sua dimora romana. Per i Ruspoli, nel 1715, affrescò le due stanze principali di Palazzo Ruspoli a via del Corso, insieme ad Antonio Amorosi e Andrea Locatelli. Pertanto, gli Albani diventarono i suoi più grandi committenti e protettori – il loro rapporto diventò ancora più proficuo nel periodo post-romano, a Urbino. Si crede che cercando di rendere più realistico un suo dipinto il De Marchis appiccò il fuoco a un fienile, il cui gesto gli costò una lunga prigionia dal 1721 al 1728, anche se la detenzione si deve sicuramente a un'altra causa. Subito dopo la prigionia, a Castel Sant’Angelo, l’artista si trasferì a Urbino, dove lavorò per il nipote di Clemente XI, il cardinale Annibale Albani. Nel palazzo Albani eseguì numerose decorazioni a mezzo fresco, delle quali oggi ne restano soltanto 36. Mentre delle decorazioni delle porte non restano tracce. Nell’ultimo periodo della sua vita, nel 1748, il pittore si trasferì a Perugia, dove morì nell'agosto del 1752. Nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia si trova un gruppo di tele attribuite al De Marchis da Busiri Vici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100263413
  • NUMERO D'INVENTARIO 1990 D 191
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale delle Marche
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2024
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1728 - 1748

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE