Madonna in trono fra Santi. Madonna in trono e Santi
dipinto,
1514 - 1514
Cola Dell'amatrice (1480 Ca./ Post 1547)
1480 ca./ post 1547
Soggetti sacri. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; Sant'Eustachio; San Vit tore; Sant'Andrea Apostolo; San Cristanzano. Personaggi: angeli; demoni. Attributi: (Sant'Eustachio) veste; (San Vittore) abito pontificale; libro; (Sant'Andrea) croce. Paesaggi. Vedute: Ascoli
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Cola Dell'amatrice (1480 Ca./ Post 1547)
- LOCALIZZAZIONE Ascoli Piceno (AP)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Al centro la Madonna in trono con il Bambino su alto piedistallo circolare su cui si legge la data di esecuzione. A destra Sant'Eustachio guerriero e San Vittore papa in abito pontificale, con un libro aperto in mano, in a tto di leggere; a sinistra Sant'Andrea Apostolo volto a guardare il cielo tempestoso e denso di nubi squarciate da angeli che fugano i demoni. L'Apo stolo tiene tra le mani lo strumento del suo martirio, la croce; all'estre ma sinistra San Cristanzano, venerato dagli ascolani come loro protettore contro le tempeste e i turbini, genuflesso e a mani giunte implora la Mado nna di salvare dal temporale la città di Ascoli delineata nello sfondo del quadro al di sotto del cielo procelloso. Il quadro venne commissionato a Cola d'Amatrice espressamente per la chiesa di San Vittore essendovi qui r appresentate tra gli altri santi assieme a Sant'Eustachio cui è dedicata l a cripta della chiesa. Il dipinto venne trasferito in data imprecisata nel la Pinacoteca Comunale, certo dopo il 1925 in quanto sia nel Riordinamento della Galleria Civica di Ascoli Picino a cura di L. Serra effettuato nel 1919, sia nella Guida del Touring del 1925, la tavola non appare menzionat a dall'uno e descritta nella chiesa dall'altra. La presenza del dipinto ne lla Pinacoteca è attestata dal Massimi ( Cola d'Amatrice, Amatrice 1939, p p. 35-36) ed essa vi rimase fino agli anni '50 quando venne ricollocata su ll'altare maggiore di San Vittore ( G. Fabiani, "Ascoli nel 1500", pp. 214 -218, 1957; L. Leporini "Ascoli Piceno, Guida artistica illustrata", 1955, p.164). Il dipinto concordamente attribuito a Cola dalla critica fu esegu ito nel 1514 come attesta la data sul basamento. La presenza del pittore a d Ascoli è provata fin dal 1511 ( G. Fabiani, Cola dell'Amatrice secondo i documenti ascolani, Ascoli Piceno, 1952) ed egli vi lavorò nella doppia v este di pittore e di architetto (Duomo, Palazzo Malaspina, Portale di San Pietro Martire). La cultura abruzzese della prima metà del '500, di cui Co la fu il tipico rappresentante, offre una fisionomia piuttosto complessa; terreno d'incontro di linguaggi artistici disparati, di provenienza veneta , lombarda e romana e centro italiana, essa risulta estremamente composita ed incline ad un eccletismoche raramente perviene a compiuta unità di sti le. La lunga attività del Crivelli e la tradizione locale che ne era deriv ata costituiscono il punto di partenza per Cola. E documentodi questa sua prima attività è il dipinto di San Vittore assieme a quello della Pinacote ca di Ascoli "La Madonna con i Santi Sebastiano e Caterina". In seguito e con progressivo scadimento qualitativo Cola sperimentò i più diversi regis tri stilistici, fino ad un vacuo manierismo michelangiolesco. La storia cr itica per Cola, artista camaleontico che attinse a numerose fonti per alim entare la sua fantasia non certo vigorosa ed anche la qualità di frequente al di sotto della mediocrità, come dice il Rossi ( "Mostra di Opere Resta urate", 1969, pp. 104-105), inizia con una buona stima da parte dei contem poranei come attesta il Vasari nella Vita di Marco Calabrese, per arrivare alle lodi sperticate dal Calzini che dedicò a Cola una lunga serie di art icoli, dal 1900 e per tutto un decennio, nella Rassegna Bibliografica Ital iana. Assai più moderata la posizione del Colasanti ( Cola d'Amatrice, "Pe r la storia dell'Arte nelle Marche, ne l'Arte, X, 1907, pp. 400-422). Il M assimi mantiene, invece un'atteggiamento enconomiastico e riguardo al pres ente dipinto così si esprime: "Col quadro veramente nobile della Chiesa di S. Vittore e con gli altri dipinti Cola va liberandosi dall'impronta criv ellesca per imporre la propria individualità. Le figure più grandiose, il disegno deciso e largo indicano ormai la sua arte libera e progredita; la volontà ferrea che lo anima gli permette finalmente di realizzare il suo b el sogno, di esprimere le sue idee ed egli crea quelle opere giudicate dal la critica più interessanti e significative, perchè più schiette", ed inol tre "E' ammirevole l'insieme del dipinto, specialmente per la dolcezza che spira dal bel volto della Madonna, per le figure vigorose e la movenza de lle teste di San Eustachio e di Sant'Andrea Apostolo". (Massimi, op. cit., pp.35-36). Anche il Colasanti (op. cit., p.422) lo colloca in una prima f ase di transizione. Certo l'analisi di F. Zeri ( Cola d'Amatrice, Paragone , 1953, n.41, p. 45) appare molto più acuta cercando di specificare gli in flussi eterogenei che agirono sulla pittura di Cola: dall'inizio crivelles co a quello dei lombardi e della Spagna, che per Zeri era noto a Cola fin dal 1516, e sottolinea proprio nella tavola di San Vittore la permanenza d i "un residuo sbiadito dei modi crivelleschi nel Santo vescovo a sinistra che coincide coi modi del Pagani
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100258867
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI "PIA CIVIVM DEVO/ TIONE FACTUM/EST MDXIIII - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0