Giovanni Visconti d'Oleggio
monumento funebre
1366 - 1366
Quattro colonne sorreggono la massa dell'arca a forma di parallelepipedo giacente sulla base maggiore. Nel prospetto dell'arca tre bassorilievi riquadrati: al centro il Salvatore, a destra San Giovanni che porge il Vangelo, a sinistra San Pietro che porge le chiavi. Addossati alle colonnine tortili della riquadratura, da una parte l'arcangelo Gabriele, dall'altro l'Annunziata. Ai lati del sarcofago lo stemma dei Visconti inquadrato con quello dei Benzoni. Sull'arca due figure femminili piangenti, nel coperchio dell'arca la statua giacente del defunto sollevata da un alto guanciale. Dietro l'arca, attaccata al lato posteriore, una cortina. Alla base dell'arca sui tre lati visibili, corre un'iscrizione in caratteri gotici
- OGGETTO monumento funebre
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MATERIA E TECNICA
Marmo
PIETRA
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MISURE
Larghezza: 200
- AMBITO CULTURALE Bottega Romagnola
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Tura Da Imola
- LOCALIZZAZIONE Fermo (AP)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il personaggio illustre, sepolto nel monumento, era figlio di Filippo Visconti di Milano (1297/?) Podestà di Novara e poi di Asti nel 1340. In seguito fu capitano di ventura e fatto prigioniero a Ghiaia dai fiorentini. Liberato, fu signore di Pisa nel 1344 ed operò per conto dei Visconti di Milano nell'Italia centrale. Caduto in disgrazia, si alleò con il Cardinal Albernoz, legato pontificio, che lo fece Signore di Fermo dal 1360 al 1366 e contemporaneamente Rettore della Marca. Come Signore di Fermo nel 1366 dispose di essere sepolto nell'attuale Chiesa Cattedrale allora detta "S. Maria in Castello". La moglie Antonia Benzoni di Crema, esecutrice testamentaria fece erigere il monumento sepolcrale. Prima che fosse distrutto l'antico interno della Cattedrale, il monumento esisteva nel lato destro della porta maggiore vicino all'altare centrale, nella cappella propria degli Oleggio. Dopo la ristrutturazione fu collocato dove ora si trova: i plini delle quattro colonne risultano infatti un adattamento esegito dal trasferimento. Il disegno originale dal monumento e la collocazione in situ si possono vedere in Pompeo Litta. Stilisticamente il monumento si ispira più alla tradizione romanica nella concezione, nonostante alcuni moduli gotici riscontrabili nei panneggi. Il Maranesi lo definisce "un compromesso fra l'ambone a pianta rettangolare e le arche veneziane del trecento". Il De Minicis in precedenza aveva già notato rapporti con altri monumenti funebri del '300 e "principalmente quelli eretti al Cardinal Consalvo, alla regina Ecuba, a G. Tarlato, a Benedetto XI". Dell'artista Tura (o Bonaventura) da Imola non si hanno notizie di alcun genere nè di altre opere attribuite a lui o firmate
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100247011
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- ISCRIZIONI sarcofago - INCLITI MAGNIFICIQ(UE) D(OMINI) IOHANNIS D(E) OLEGIO Q(UONDAM) RECTORIS MARCHIS ET AD XP(CRISTUM) SVOCATI MCCCLXV VII OCTOS(RIS) CORP(US) SEPULC(RO) TUMULATUR P(RAESE)NTI MAGISTER TURA DE IMOLA FECIT HOC OPUS - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0