poltrona, serie - bottega romana (metà sec. XVIII)
poltrona,
1740 - 1760
Poltrona fauteuil con gambe curvilinee poggianti in piedi a riccio, di cui quelle anteriori caratterizzate da un motivo decorativo a foglia sul ginocchio; il sedile e lo schienale sono imbottiti e mossi, mentre i braccioli, terminanti con una voluta fogliata, poggiano su sostegni mossi e arretrati rispetto alle gambe anteriori. Al centro della cintura e sulla sommità dello schienale è presente una rocaille traforata
- OGGETTO poltrona
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MISURE
Profondità: 50
Altezza: 103
Larghezza: 59
- AMBITO CULTURALE Bottega Romana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello della Rancia
- INDIRIZZO Contrada Rancia, Tolentino (MC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La poltrona, che si distingue per il bell'intaglio ed è classificabile come una fauteuil per la tipologia dei braccioli aperti, presenta una struttura ed una decorazione con rocailles traforate tipica del gusto barocchetto o rococò, versione italiana dello stile Luigi XV caratterizzato da forme aggraziate e molto mosse e dalla presenza di rocailles che sottolineano i profili e le superfici. Poltrone con queste caratteristiche stilistiche conobbero un'ampia diffusione, ma sono ampiamente documentate soprattutto nel territorio corrispondente all'Italia centrale, nelle Marche e nel Lazio, particolarmente a Roma, da cui proviene ad esempio una poltrona analoga conservata nel Palazzo Ricci di Macerata (Cascini L., 1998). Il bene proviene da Palazzo Parisani Bezzi, attualmente in restauro, in parte di proprietà del Comune di Tolentino che possiede il primo e secondo piano, ma originariamente della famiglia dei conti Parisani, una delle più antiche ed illustri di Tolentino della quale si hanno testimonianze fin dai primi anni del sec. XIV. Domenico Parisani, nato nel 1723 da Francesco Saverio (1689-1758) che era stato aggregato alla nobiltà cittadina nel 1718, ebbe quattro fratelli e si sposò nel 1758 con la contessa Anna Carandini di Modena. Alla sua morte, nel 1807, il palazzo fu acquistato da Giovanni Bezzi, notaio, deputato delle strade (1801), membro del Consiglio distrettuale di Tolentino (1808), appaltatore del dazio (1811), soprintendente dei generi di privativa (1815) e amico di Domenico e dei suoi figli. L'originaria residenza venne ampliata con l'acquisto di altri edifici adiacenti ma il piano nobile, dove Napoleone fu ospite nel 1797 per sottoscrivere l'accordo con lo Stato Pontificio e da cui proviene il bene catalogato, è rimasto invariato fino ad oggi, a differenza del piano terra che è stato adibito ad altri usi, e del secondo, abitato da privati fino al 1998. Quattro sono infatti le sale, oltre alla Sala detta degli Arazzi, alla Cappellina e al Gabinetto di Toletta, che costituiscono la parte di rappresentanza del Palazzo ubicata al primo piano e mantenuta quasi intatta negli arredi e nelle decorazioni in virtù degli eventi del 1797: la `Sala di ingresso`, la `Sala da ricevere`, la `Sala della Pace` (o Sala Gialla per via delle pareti rivestite in damasco giallo) dove fu sottoscritto il Trattato e la `Sala da letto di Napoleone` (C. Bianconi, 1996). Subito dopo la morte del Parisani fu stilato un `Inventario de' Beni ereditarij della Bo[na] Me[moria] Nob[ile] Sig. Domenico Parisani defonto li 3 Decembre 1807`, un importante documento conservato nell'Archivio dell'Accademia Filelfica di Scienze Lettere ed Arti di Tolentino che permette di ricostruire l'immagine dell'edificio, anche se pochi arredi e opere d'arte corrispondono alla descrizione, spesso sommaria, a causa delle trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Molti dipinti, infatti, furono venduti o rubati e gran parte dei mobili originali è scomparsa, sostituiti da altri provenienti probabilmente da acquisizioni di varia natura della famiglia Bezzi, perciò solo alcune volte è stato possibile individuare con certezza le opere nell'Inventario pubblicato da Oriana Mattioli in `Quaderni del Bicentenario`, (1999 n. 4) costituito da un fascicolo di 53 carte le cui prime 35 forniscono l'elenco dei beni mobili presenti nel palazzo a quella data. Le poltrone in esame, ad esempio, non sono state riscontrate, ma compaiono in fotografie dell'inizio del XX secolo come parte integrante dell'arredo della Sala del Trattato (O. Mattioli, 1999) e nei più recenti allestimenti della stessa (Tolentino Guida, 2000). L'opera, unitamente alle altre depositate presso il Castello La Rancia, sarà a breve termine trasferita in altra sede perchè l'edificio è interessato da un restauro
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100143286
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2003
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0