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Trattasi della prima scena a sinistra del registro superiore del lato est della Camera pinta. Qui in un'ambientazione ricca di lussureggiante vegetazione, si svolge la scena del duello tra i due cavalieri disposti alla destra della scena. Alla sinistra, una dama cacciatrice con il falcone, l'arco e le frecce a cavallo del suo destriero e accompagnato dai cani, interrompe la lotta intrapresa tra i due personaggi. Il tema della caccia è suggerito anche dall'inseguimento della lepre da parte del cane. La dama cacciatrice è riccamente abbigliata da una tunica che riporta una decorazione floreale che si ritrova nella ghirlanda di fiori che le cinge il capo. Sullo sfondo, si affacciano da una cortina murata, tre cacciatori che osservano la scena. L’affresco è inquadrato in una cornice, definito attraverso un modulo a mascherina, presente in tutto il ciclo cavalleresco della metà settentrionale della Camera pinta

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Umbro
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Dormitio Di Terni (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
  • LOCALIZZAZIONE Rocca Albornoziana
  • INDIRIZZO piazza Campello, Spoleto (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per la Benazzi, trattasi dell'affresco che raffigura "Il duello e la dama cacciatrice", (1997, p. 48, fig. 15), nella scena, infatti, secondo la ricostruzione di quest’ultima, il duello tra il cavaliere e il rivale viene interrotto dall’arrivo di una dama cacciatrice che avanza con il suo corteo. Nel 2004, Fratini, riprendendo quanto già affermato dalla Benazzi, sulla non facile interpretazione iconografica (ivi, p. 32), avanzò per gli episodi del lato nord, una fonte letteraria narrante le vicende della leggenda di Tristano e Isotta (2004, p. 263) ma non solo, la disamina che quest’ultimo fa a proposito del ciclo spoletino, mette in evidenza la presenza di una vera e propria bottega del Maestro della Dormitio di Terni, il cui numero di opere e la distribuzione nell’Umbria centro meridionale e nelle Marche, non possono che rilevare la presenza di diverse personalità che operavano presso di lui. Il ciclo spoletino, secondo Fratini, rappresenta un unicum, poiché da un lato, testimonia una committenza di alta levatura e dall’altra, tradisce “la presenza di diversi esecutori” (op. cit. p. 264). Contestualmente al Fratini, Marilena Fiori nell'anno accademico 2003-2004, pubblicò nella tesi di laurea, uno studio sui contribuiti per la lettura iconografica della Camera pinta. Affermò che alcune scene dell'ambiente nord, si riferissero alla storia dei genitori di Tristano, Rivalin e Biancofiore, nella versione fornita da Gottfried von Strassburg. Nel 2013, la De Luca, tuttavia, smentisce le due interpretazioni fornite a distanza di dieci anni, poichè afferma nel primo caso, che nessun dei testi letterari che abbiano narrato le gesta di Tristano e Isotta, fornissero una lettura unitaria del ciclo spoletino. Proseguendo, parla anche dell’estraneità del ciclo anche rispetto ai volgarizzamenti italiani arricchiti dalla narrazione contaminata della storia di due amanti con quelle di Tristano e Isotta. A proposito della lettura della Fiori, invece, la De Luca, vuole far notare come le corrispondenze individuate in alcuni affreschi fosse "una lettura applicabile soltanto ad una parte degli episodi raffigurati" e collocati in modo non contiguo (2013, pp. 77-78). A questo punto, propone la sua lettura iconografica, supponendo che ad aver ispirato il ciclo spoletino della Camera pinta sia una fonte letteraria ben precisa, un'opera epica del Boccaccio, il Teseida. Proseguendo con la lettura iconografica dell’affresco preso in esame, la De Luca, afferma che l’episodio narra del “Duello tra Arcita e Palemone” (op. cit., p. 163, fig. 17) in contesa per l’amore di Emilia che vengono, tuttavia, interrotti, nel vivo dell’avvenimento, da una dama cacciatrice identificata con la cognata del sovrano Teseo che si era “addentrata nel fosco boschetto” (libro V) per cacciare alla battuta organizzata dal sovrano. Dei tre personaggi sullo sfondo che osservano la scena, la De Luca, li identifica secondo la lettura del poema, come i cacciatori del sovrano Teseo avvertiti da Emilia del duello (op.cit., p. 95-96)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000196838-19
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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