I sedici profeti, variamente paludati in vesti e manti variopinti, sono raffigurati in una schiera scalata in altezza a ricoprire la maggior parte della vela, disposti in file alternativamente di due e tre figure. Alcuni di essi recano ben visibili gli attributi consueti della tradizione, quali la cetra e la corona, le tavole della Legge, il rotulo, il libro. Tutti i personaggi si diversificano tra loro grazie ad un'accurata caratterizzazione fisiognomica indivisuale e per la varietà degli atteggiamenti di preghiera o di ispirazione

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Fra Giovanni Da Fiesole Detto Il Beato Angelico (e Aiuti)
  • LOCALIZZAZIONE Orvieto (TR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di tutta la decorazione della volta della seconda campata, il Beato Angelico, nel periodo tra l'11/05 e il 28-30/9/1447, eseguì solo due vele: quella del Cristo Giudice e quella dei Profeti (Vasari, ed. 1809, p. 40), insieme ai suoi aiutanti B. Gozzoli, Giovanni di Antonio da Firenze, Giacomo Poli e all'orvietano Pietro di Nicola Baroni (vedi scheda n. 61175): quest'ultimo e B. Gozzoli proseguirono poi l'opera del Maestro negli anni seguenti (Carli 1965). er questa vela tutta la critica è concorde nell'assegnare la figura del Cristo direttamente alla mano dell'Angelico (Perali 1919; Schottmuller 1924; Pope Hennessy 1952; Urbani 1958) nell'attribuire all'Angelico la più parte delle figure, avanzando ancher l'ipotesi che i tre profetri ritratti in aspetto giovanile siano riconducibili ad un intervento del Gozzoli (Pacchioni 1910; Salmi 1930). Il divario qualitativo non è comunque talmente evidente da poter far condividere i giudizi negativi avanzati da alcuni autori (Muratoff 18930Bazin1930). Posizione isolata è qualla di chi ritiene invece che la maggior parte dei Profeti sia opera del Gozzoli 8Van Marle 1928; Padoa Rizzo 1972). In questo brano l'Angelico sembra essersi emancipato vieppiù dalla tradizione tardo-gotica dalla quale pur si era mosso, mostrando di aver assimilato la lezione masaccesca, e approdando a risultati inconsueti di monumentalità, quali si possono ritrovare forse negli affreschi della Cappella Niccolina che proprio a partire dal 1447 egli andava conducendo con l'aiuto di G. Gozzoli. Tuttavia, soprattutto nell'uso insistente dell'oro di fondo, è possibile anche cogliere elementi di rimando ai canoni della pittura sacra di tradizione medievale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000150542
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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