Madonna che intercede per le anime del purgatorio

dipinto,

Personaggi: Madonna; Gesù Cristo; Santi; San Gregorio Papa; S. Giuseppe; angeli; uomini; donne. Attributi: ( Gesù Cristo) globo; ( S. Gregorio) tiara; pastorale. Paesaggi: alberi; colline

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Pacetti Giovanni Battista Detto Sguazzino (1593/ 1670 Ca): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Città di Castello (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dalla chiesa soppressa della confraternita di Santo Spirito dove nel 1832 lo vede il Mancini sottolineando che fu commissionato da Don Aquilante Galli insieme ad un altro dipinto con "la Vergine, S. Giovanni Battista, S. Florido, S. Teresa e altri Santi" attribuendoli alla mano di Giovan Battista Pacetti detto Lo Sguazzino. La Sarteanesi (1980-81), che vede il dipinto nella sacrestia del Duomo superiore, sistemando il catalogo del pittore tifernate ha circoscritto la sua vita in un arco di tempo compreso tra il 1593, anno di nascita che risulta dai Libri Battesimali della Cattedrale cittadina, e il 1667, quando ultimò le lunette affrescate per il chiostro di S. Domenico sempre a Città di Castello. Esaminando poi gli Atti Capitolari del 1600 alla studiosa risulta che dopo il 1670 non si ha più traccia dell'attività del Pacetti che probabilmente morì di lì a poco. La Sarteanesi sottolinea ancora come iconograficamente il dipinto trovi un precedente nell'opera "La Madonna intercede per le anime del Purgatorio", datata 1599 e firmata dal pittore fiammingo Francesco da Castello (Bruxelles ? - Roma 1615), e conservata nella chiesa di S. Lorenzo a Spello. Qui però le figure sono meno caratterizzate, più piccole, di tipo nordico, mentre nello Sguazzino compare più realismo nei volti dei purganti. Questo è un tema iconografico considerato punto cardine della pittura della Controriforma in quanto ribadisce la necessità del Purgatorio, di contro ai Protestanti che vi annettono poca importanza. E la Vergine viene dai Cattolici considerata l'intemediaria e la consolatrice delle anime sofferenti. L'acqua versata dalla giovinetta al centro simboleggia le preghiere dei viventi che refrigerano la anime espianti (Sarteanesi). Stilisticamente poi il dipinto presenta forti analogie con la tela della Pinacoteca di Bevagna raffigurante" la SS. Trinità e i SS. Filippo Neri, Giuseppe, Vincenzo da Bevagna e il Beato Giacomo", riferito al Pacetti in Ricerche in Umbria 2, di probabile commissione civica per la presenza di tutti i protettori di Bevagna e del panorama della città, e ritenuto posteriore al 1632, anno della beatificazione del Beato Giacomo che vi è raffigurato. Pertanto si intende assumere questa data come termine 'post quem' anche per la realizzazione della tela in esame. Identica è infatti la figura del Cristo sia nella posa che nei tratti del volto e molto vicino anche lo stile giudicato già maturo. Il Pacetti è un pittore controriformista, con ricordi tardo-quattrocenteschi e di primo '500, che però insieme al Camassei, al Cerrini, al Martelli, cerca di superare lasciando indietro l'idioma realista e provinciale per approdare al nuovo linguaggio seicentesco e classico. Così a volte si esprime in un modo più ingenuo ma forse in fondo più originale e sincero facendo emergere appieno la sua personalità, l'autenticità e la vivacità espressiva
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000148506
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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