Morte di Santa Agnese
dipinto,
Personaggi: Santa Agnese; Dio Padre; Gesù Cristo; S. Girolamo; S. Florido; S. Giovanni Evangelista; Arcangelo; S.Antonio da Padova; S. Chiara; S. Fr ancesco; S. Giovanni Battista; S. Giuseppe; Arcangelo; S. Luigi; Arcangelo Gabriele; Angeli; Colomba dello Spirito Santo
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Umbro
- LOCALIZZAZIONE Città di Castello (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ad un primo esame notiamo analogie con un altro dipinto presente nel Monas tero (NCT 00065645) raffigurante "l'Eterno con Cristo Gesù e la colomba de llo Spirito Santo", su cui è apposta una data: 1658, e la probabile commit tenza: Sor Maria Agata Brozzi con stemma. Infatti simile è l'impianto comp ositivo della parte superiore, dove in analoghe posizioni sono il Cristo e l'Eterno Benedicente, pertanto si ritiene oportuno adottare la datazione del 1658. Notando poi l'impostazione tradizionalistica con il consueto imp ianto piramidale, l'atteggiamento chiaramente devozionale tipico della pas sata devozione di matrice quattro-cinquecentesca, si pensa subito ad un pi ttore tifernate come il Pacetti, Giovan Battista Pacetti detto lo Sguazzin o, pittore dalla personalità provinciale e ritardata anche se dotata di t alento, legato alla tradizione umbra tardo-rinascimentale, che si esprime a volte in un modo ingenuo ma forse in fondo più originale e sincero facen do emergere appieno la sua personalità. La Sarteanesi (1980-81) sistemando il catalogo del pittore ha circoscritto la sua vita in un arco di tempo c ompreso tra il 1593, anno di nascita che risulta dai Libri Battesimali del la Cattedrale cittadina, e il 1667, quando ultimò le lunette affrescate di San Domenico sempre a Città di Castello. La studiosa inoltre, esaminando gli Atti Capitolari del 1600, afferma che dopo il 1670 non si ha più tracc ia dell'attività del Pacetti che probabilmente morì di lì a poco. Nel dipi nto notiamo come vivo sia ancora il gusto per la pittura devozionale e pie tista con le figure in ginocchio e con braccia aperte, accanto ad una marc ata semplificazione della scena, dando importanza più all'aspetto iconico che a quello narrativo, quasi a voler interpretare le esigenze didattiche della cultura post-tridentina per divulgare i dogmi della rinnovata fede c attolica, riflettendo anche la funzionalità dell'opera nell'ambiente claus trale: monito costante di riflessione e guida per le suore che pregavano d i fronte ad esso. Si individuano analogie compositive (impianto piramidale ) con altre opere del Pacetti quali la "Trinità e Santi" alla pinacoteca d i Bevagna posteriore al 1632, "la Trinità e Santi" e "le Anime del Purgato rio" in Duomo a Città di Castello; affinità nel modo di trattare il velo d i S. Agnese con quello di altre due Sante monache nella "Madonna della cin tola" a Spello, anche se nel nostro caso la figurazione narrativa del pitt ore risulta essere facile e corsiva, quasi frettolosa come in altre opere, giustificabile in parte, come sostiene la Sarteanesi (1980-81), per l'inc alzare delle commissioni così da spiegare anche il nomignolo con cui sarà meglio conosciuto, appellattivo negativo che bene spiega come per la frett a talora "sguazzasse col colore", come risulta dalla notevole differenza d i qualità delle sue opere
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000146425
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1998
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0