Il profeta Elia. Elia

vetrata, ca 1325 - ca 1334

Il pannello raffigura Il profeta Elia. E' in posizione frontale e con la mano destra alzata tiene un cartiglio che si sviluppa per la larghezza del pannello dietro la sua testa, secondo un'iconografia differente dagli altri pannelli raffiguranti i profeti. Il fondo è a losanghe rosse. Il paesaggio roccioso sullo sfondo è sostituito in questo caso da un vetro di colore verde che arriva sino all'altezza delle gambe del personaggio. Una cornice decorativa racchiude la scena

  • OGGETTO vetrata
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Di Bonino Da Assisi (attribuito): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria SS. ma Assunta
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il pannello raffigurante il profeta Elia precede, nella sequenza narrativa della vetrata L'adorazione dei Magi. Secondo la profezia di Malachia (3,23), Elia è il precursore del Messia. Nell'episodio della Trasfigurazione è Gesù stesso a spiegare agli apostoli che Elia è venuta prima di lui, nella persona di Giovanni Battista, ma non è stato riconosciuto (Mt. 17, 1-13; Lc. 1, 17). Elia preannuncia l'era messianica ed è il Messia che i Magi si recano ad adorare (Mt. 2, 1-12). Il pannello risulta rifatto in epoca rinascimentale in base ad uno schema compositivo diverso dagli altri (Marchini, p. 179); Carli p. 134). Il Marchini, nel notare alcune analogie tra la figura del profeta ed alcuni affreschi della tribuna del Duomo eseguiti da Pastura a fine '4000, avanza l'ipotesi che il pittore possa aver collaborato con il mastro vetraio che lavorava ai restauri della vetrata. L'ipotesi è scaturita da un documento del dicembre 1497 (Fumi, p. 244) che associa il mastro vetraio al pittore. Il documento in questione è un pagamento fatto a un tale Francesco da Poggio "misso ad inveniendum Pasturam et magistrum fenestrarum vitri". Una registrazione inedita dei primi mesi del 1498, permette di identificare il mastro vetraio con Fabiano da Arezzo. Si tratta di un pagamento fatto al maestro "pro rociis octo vitri colorati pro fenestra magna (AOPSM, Cam. 25, c. 488v). Fu lui a sostituire il quadro, oppure era già stato sostituito? La notizia di un quadro da rifare completamente risulta già dal contratto con il quale mastro Antonio da Venezia, nel 1464, si impegnava a restaurare sette quadri "et de li decti septi quadri sia el primo quello quatro che manca tucto" (Fumi, p. 237). Antonio da Venezia morì senza terminare il lavoro e fu ingaggiato Stefano da Firenze che per quattro ducati avrebbe rifatto il quadro mancante. L'intervento di restauro di Domenico da Siena (1489-90) , forse fu limitato in massima parte alla riparazione della tessitura dei piombi. Fabiano Stasci arrivò ad Orvieto contemporaneamente al Pastura. Nei primi anni del '500 si occupò delle finestre delle navate laterali e nel 1509, nel contratto relativo alla vetrata, non si parla più di quadri mancanti, ma di danni diffusi da riparare.Tuttavia il Marchini gli attribuisce il pannello della Circoncisione , anch'esso rifatto nel Rinascimento. In conclusione, alla luce dei documenti esaminati, è probabile che il pannello risalga alla metà del '400 (come aveva ipotizzato il Carli) e che si debba all'intervento di Stefano da Firenze, che nel 1465 risarcì tutta la vetrata. Successivamente il pannello, come tutti gli altri, subì altri restauri. Lo Studio Forme di Roma che si occupa attualmente del restauro della vetrata, ritiene, ad esempio, che la testa del profeta possa addirittura appartenere ad un rifacimento settecentesco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000127070
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • ISCRIZIONI sul cartiglio - E (LIA) - non determinabile - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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