allegoria della Speranza/ grottesche con testine di putto e satiri alati

decorazione pittorica, 1575 - 1599
Savini Salvio (attribuito)
notizie 1580-1609

Al centro, entro riquadro con cornice sagomata poggiante su mensole, alleg oria della Speranza come figura femminile orante con il volto rivolto vers o l'angolo superiore ds da cui promana raggio luminoso ai lati, grottesche con testine recanti cesti di fiori su cui poggiano satiri alati con vasi fumanti sul capo in alto, testina di putto che sorregge vaso con fiamma ar dente, tra uccellini in volo

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Savini Salvio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Villa del Cardinale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Riguardo al ciclo decorativo della Villa del Cardinale, commissionato da F ulvio Della Corgna tra il 1575 e il 1583 e concepito come espressione cele brativa della doppia valenza della sua figura di religioso e di cultore de lle arti, si fa generalmente riferimento (in Canuti, 1941, p.275/ Donati G uerrieri, 1972, pp.224-5/ Sapori, 1982, pp.55s./ Vagaggini, 1985-6/ Abbozz o, 1996, p.304) alla personalità di Salvio Savini (notizie dal 1580 al 160 9) già autore degli affreschi di palazzo Della Corgna a Città della Pieve - firmati e datati 1580-, che forniscono peraltro la prima notizia certa n ella scarna ed approssimativa biografia dell'artista fiorentino. Infatti, nonostante altri recenti contributi (cfr. Vagaggini, tesi di laurea 1985-8 6/ Sapori, 1995) risulta del tutto insondata la fase giovanile del Savini, la sua formazione tosco-senese, che lascia trasparire l'impronta viva del Beccafumi attraverso il sostrato della tradizione decorativa fiorentina assimilata probabilmente vicino al Poccetti (1548-1612) proprio negli anni anteriori al ciclo di Città della Pieve e agli affreschi della Villa; i c ontatti con presenze nordiche e fiamminghe delle quali tale formazione sem bra risentire, o che rappresentano l'esito di una sperimentata collaborazi one; infine le circostanze che videro l'instaurarsi di produttive e contin uative relazioni professionali con i Della Cornia, subentrando in quella c orrispondenza culturale ed artistica che aveva in precedenza legato a tale committenza un artista come Nicolò Circignani (1530/5-1592) conteso tra Roma e l'area umbra da incarichi del massimo prestigio. Proprio il Pomaran cio, presente a Roma fin dal 1562 a fianco del suo maestro Santi di Tito, costituisce, ancora, un riferimento importante per la produzione nota del Savini, in particolare per il ciclo di Castiglion del Lago che potrebbe co stituire il filo conduttore del suo ingresso, tra il 1575 e l'80, nell'orb ita corgnesca, come collaboratore e quindi continuatore dell'opera del Cir cignani. Se fosse poi confermata la paternità di quest'ultimo relativament e al "Convito degli dei" che decora la sala del Governatore nel palazzo de lla Corgna di Città della Pieve - recentemente avanzata da Bittarello (199 6)- riferibile alla fase della decorazione del palazzo più prossima al mom ento dell'acquisizione del marchesato (1563-4) da parte di Ascanio Della C orgna e del rientro del Pomarancio a Città della Pieve (1564) dal suo prim o soggiorno romano, potrebbe forse essere anticipato agli anni 1565-70 l'i nizio di tale collaborazione. La mancanza di una base documentale si riscontra anche riguardo agli affre schi della Villa del Cardinale, la cui vicenda critica, in passato orienta ta sulle figure del Circignani e di Federico Zuccari, li ha collocati, com e accennato, nell'ambito della produzione del Savini soprattutto in virtù del confronto con il ciclo di Città della Pieve. Rispetto a tale ciclo si evidenzia nella decorazione della Villa una ben maggiore libertà compositi va ed espressiva dovuta in primo luogo ad un alleggerimento del programma iconografico, limitato più che altro all'inserimento entro il tessuto deco rativo di temi allegorici e mitologici, e all'astenzione dai grandi quadri celebrativi illustrati a città della Pieve e a Castiglion del Lago; in se condo luogo alla volontà poetica di conciliare decorazione e luogo, le imm agini interne con l'ambiente esterno, e di esprimere attraverso il linguag gio "aperto" delle grottesche il senso di una festosità bucolica e natural e. Ne risulta in tal modo esaltato il carattere intrinseco della grottesca come connubio di storia e natura: essa costituisce il fitto tessuto conne ttivo che compone e mescola insieme temi allegorici e mitologici con simbo li cristiani, attivando il ricchissimo patrimonio iconografico ove conflui scono l'eredità classica, l'emula invenzione rinascimentale e la fantasia estrema e insoddisfatta della maniera. Un patrimonio senza dubbio comune e ricorrente nei cicli decorativi alto-laziali ed umbri di questo secondo C inquecento, che si diffonde e combina a partire da forti centri propulsivi -come Caprarola ed Orvieto che comunicano un clima culturale estremamente sintonico rispetto ai luoghi corgneschi-, per arricchirsi di volta in vol ta del contributo di committenti, letterati e poeti coinvolti nei diversi programmi iconografici. Notevoli e precise corrispondenze nel repertorio decorativo e negli schemi compositivi dei motivi ornamentali possono rilevarsi nel confronto con pa lazzo Farnese a Caprarola e con palazzo Simoncelli a Torre San Severo (Orv ieto), che costituirono un riferimento diretto per molte decorazioni di fi ne '500; mentre rispetto all'apparato di grottesche di Castiglion del Lago si avverte un ritmo diverso -lì meno simmetrico e ripetitivo- nella distr ibuzione e combinazione dei singoli elementi, resi con un gusto pittorico del particolare più ricercato e variato ch
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000076375
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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