ritratto
dipinto,
1600 - 1699
Bernini Gianlorenzo (scuola)
Napoli 1598/ Roma 1680
Il dipinto raffigura il volto di un uomo maturo, barbuto e quasi calvo. Il contrasto tra la posizione del busto (lievemente voltato di tre quarti verso sinistra) e quella del viso (quasi frontale) dà un 'impressione di movimento, sottolineata dall'espressione dello sguardo. L'uomo indossa un abito scuro con colletto bianco. Lo sfondo è completamente scuro
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 34 cm
Larghezza: 26 cm
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ATTRIBUZIONI
Bernini Gianlorenzo (scuola): pittore
- LOCALIZZAZIONE Magazzini della Soprintendenza dei Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici d
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nonostante le cattive condizioni di conservazione e la conseguente difficoltà di lettura stilistica dell'opera, il dipinto può essere datato al XVII sec. e riferito all'ambito della ritrattistica di marca berniniana. Presenta infatti numerose caratteristiche proprie dei ritratti sicuramente attribuiti a Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598-Roma 1680): l'imposto della mezza figura, con la testa inclinata, un atteggiamento dinamico e lo sfondo completamente scuro, oltre ad uno sguardo vivace e quasi lampeggiante (carattere, quest'ultimo, che ritorna anche in sculture famosissime come il David della Galleria Borghese ed il ritratto di Costanza Buonarelli). Questo dipinto può essere confrontato con una serie di ritratti (pitture e disegni) eseguiti dal Bernini parallelamente alla sua attività di architetto e di scultore. L'opera conservata a Orvieto è molto vicina sia all'autoritratto del Bernini conservato agli Uffizi, sia a quello, molto più famoso, della Galleria Borghese a Roma, con il quale ha in comune anche la fattura della capigliatura "ciocche falcate" (Grassi, 1945). Nella Galleria Borghese si conserva anche il ritratto di fanciullo, vicino a questo dipinto, soprattutto per l'impostazione generale della figura, così come una serie di opere presenti in collezioni private e musei stranieri, riferite alla cerchia berniniana: il ritratto d'uomo del Museo Fabre a Montpelier (già attribuito a Murillo), il ritratto di giovane della raccolta Albertini (già riferito a Bernardo Strozzi) , l'autoritratto del Museo del Prado (già in coll. Messinger); il confronto più stringente è però quello con il ritratto del Cavaliere (forse Baglione) conservato nella collezione Persichetti-Ugolini a l'Aquila. Questo ritratto raffigura un uomo nell'atto di scrivere: l'impostazione generale della figura e soprattutto il volto dell'uomo maturo, ricorda moltissimo il dipinto conservato a Orvieto. L'esperienza di Bernini come ritrattista copre tutto l'arco della sua attività (a partire dal 1624) ma resta sempre in secondo piano, rispetto all'architettura e alla scultura. Il fatto che la maggior parte dei dipinti e dei disegni non siano documentati rende molto difficile una datazione; la lettura della biografia dell'artista, scritta nei primi anni del XVIII sec. da Domenico Bernini ci informa che esistevano "più di centocinquanta pezzi di quadri" e che la maggior parte sono stati portati via dall'Italia; è probabile che molti di questi dipinti sino oggi dispersi in collezioni private ed in musei locali, come il caso del quadro orvietano sembrerebbe confermare. Punti di riferimento stilistico per l'attività berniniana come ritrattista sono Pietro da Cortona (cfr. Ritratto di G. Ghislieri nella Galleria Borghese), Velasquez (cfr. Autoritratto nella Galleria Capitolina), Annibale Carracci, dal quale riprende la tipologia di personaggio di atteggiamento meditativo ed il ritratto "non finito", quasi un rapido bozzetto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000064863
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0