angelo con turibolo

scultura, ca 1282 - ca 1282
Arnolfo Di Cambio (attribuito)
1245 ca./ ante 1310

La scultura raffigura un angelo o un accolito che regge il turibolo. E' lavorata a tutto tondo, ma il restro è appena sbozzato a lunghe strisce verticali e così anche il fianco sotto al turibolo. Ma anche il resto della stauta è quasi solo sbozzato, il marmo è appena intaccato, probabilmente perchè la collocazione cui era destinato non permetteva una visione molto ravvicinata. La figura indossa una tunica ricamata sui poslti e sullo scollo, fermata sopra la vita da una cintura, ricadente a sbuffo lungo i fianchi e mossa da pieghe svolazzanti fino ai piedi. L'accolito è raffigurato nell'atto di incedere facendo oscillare il turibolo, da sinistra verso destra stringendolo tra le mani, con le braccia strette lungo il busto, ripiegate, e l'avambraccio sinistro maggiormente contratto

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • MISURE Profondità: 14 cm
    Altezza: 59 cm
    Larghezza: 21 cm
  • ATTRIBUZIONI Arnolfo Di Cambio (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'opera del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Soliano
  • INDIRIZZO piazza Duomo, 24 - Orvieto (TR), Orvieto (TR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stautetta, insieme da un'altra molto simile con cui costituiva un pendant, proviene dal monumento funebre del cardinale Guglielmo De Braye , scolpito da Arnolfo di Cambio nel 1282 nella chiesa di San Domenico in Orvieto. Il momunento De Braye venne smontato e rimontato, con mutilazioni e danni nel 1680 a causa di un tarsferimento da un luogo ad un altro dello stesso edificio; venne in seguito ulteriormente alterato e ricostruito malamente (1934), nello stato in cui ora si trova all'interno della chiesa. Gran parte dei frammenti staccati nella rimozione seicentesca si trovano custoditi nel Museo dell'opera del Duomo di Orvieto e tra quetsi ci sono i due accoliti (o angeli) turibolanti. Sono state proposte diverse ricostruzioni del monumento e perciò anche della primitiva collocazione delle statue. Per Paniconi dovevano essere collocate all'estremità del timpano, sia perchè sembrano scolpite come isolate, sia per los tato di abbozzo di alcune loro parti. Bracci, invece, aveva ipotizzato una collecazione sule cornici del pulvino, perchè lì si sarebbero meglio collegate con il resto delle figure poste sopra la figura del giacente. La Romanini le colloca all'interno del timpano, di fianco all'edicola tripartita includente i tre gruppi scultorei. La critica si è divisa anche sull'attribuzione ad Arnolfo o alla sua bottega e sulla qualità delle statue, di fattura grossolana per Toesca, bellissme per Paniconi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000061041
  • NUMERO D'INVENTARIO 16895
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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