miracolo eucaristico di Offida

dipinto, 1357 - 1364
Ugolino Di Prete Ilario (e Aiuti)
notizie seconda metà sec. XIV

Affresco facente parte della decorazione parietale della Cappella del Corporale

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Ugolino Di Prete Ilario (e Aiuti)
  • LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria Santissima Assunta già Santa Maria della Stella
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione della Cappella del Corporale, concepita per serbare la memoria del miracolo di Bolsena e per conservare la reliquia del Sacro Lino, ebbe inizio nel 1350, quando capomastro del Duomo era Nino di Andrea Pisano. La decorazione pittorica, avviata nel 1357, fu affidata al maestro orvietano Ugolino di Prete Ilario, che ebbe come principale aiuto nell'impresa Fra' Giovanni di Buccio Leonardelli. Altri collaboratori furono: Petrucciolo di Marco e Antonio di Andreuccio (ma con salari molto più bassi) e Pietro di Puccio (che era solo un apprendista). Ugolino e i suoi aiuti mostrano di risentire degli influssi della scuola senese e della maniera di Simone Martini, che aveva già lavorato in Orvieto. Il programma iconografico della decorazione comprende: nella volta, i Simboli, le Profezie e la Dottrina dell'Eucarestia; nella lunette, i Dottori della Chiesa; nella parete est, il Miracolo di Bolsena; nella parete ovest, i Miracoli del Sacramento; nella parete d'ingresso, l'Ultima Cena; nella parete di fondo, la Crocifissione, la Deposizione nel sepolcro (firmata e datata 1364) e la Resurrezione. Le scene sono corredate da didascalie esplicative dettate nel 1362 da Ser Checco di Pietro, cappellano di S. Maria, sotto compenso di un fiorino. Le quattro scene intorno alla finestra della cappella che si apre sulla parete Ovest della Cappella del Corporale descrivono la storia del Miracolo Eucaristico di Offida (1273). Una donna, per riconquistare la pace coniugale, si fece convincere da una maga a trafugare un'ostia consacrata per mescolarla nei cibi del marito. La donna pose l'ostia su un coppo arroventato per polverizzarla. A questo punto avvenne il prodigio: l?ostia si trasformò in brandelli di carne e il sangue cominciò a uscire copioso. La donna, presa dal rimorso, seppellì tutto nella stalla. La sera, quando il marito tornò dal lavoro, il mulo dapprima si rifiutò di entrare nella stalla, poi si inginocchiò con il muso rivolto verso il luogo dove erano sepolti i resti dell?atto sacrilego. Poiché la scena si ripeté anche le sere seguenti, la donna decise di confessare tutto a fra Giacomo Diotallevi, priore del convento agostiniano, il quale prese i resti del miracolo e li portò a Offida
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000060229
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • ISCRIZIONI al di sotto della scena - MULIER NO(M)I(N)E [---]A IO A(---)DA [---]OM DA DE CO(N)TRA A PARIONIS CONFESSA AVIT/ Q(---) FE(---)E MALIA(M) DECOR (CHRISTI) MICTE(N)DO I(N) TEGHIA(M) ARDE(N)TE(M) (ET) ABSCO(N)DE(N)DO I(N) STABULO - Checco di Pietro - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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