San Simone Apostolo
statua,
1560 - 1570
Scalza Ippolito (e Aiuti)
1532/ 1617
Figura intera maschile, lavorata a tutto tondo, leggermente rivolta verso destra. La statua fuoriesce notevolmente dalla nicchia, soprattutto con la testa e le spalle. Il Santo ha capelli ricciuti, sguardo rivolto verso il basso, baffi, barba piuttosto lunga; indossa una veste con cintura in vita e maniche lunghe e un mantello che scende dalla spalla destra e si avvolge intorno ai fianchi. Il braccio sinistro scende lungo il fianco e sostiene un libro chiuso, mentre la mano poggia su una sega. Il braccio destro è sollevato e piegato ad angolo retto, con la mano poggiante sulla fronte. I piedi non sono rifiniti e quello sinistro sporge con la punta dalla base
- OGGETTO statua
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ATTRIBUZIONI
Scalza Ippolito (e Aiuti)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Toti Fabiano
Sinibaldi Raffaello Detto Raffaello Da Montelupo
- LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria Santissima Assunta già Santa Maria della Stella
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La realizzazione delle statue di Apostoli collocate nelle dodici nicchie al di sopra del rosone ebbe inizio nel 1860, sotto la direzione di Raffaello da Montelupo. Il lavoro fu terminato nel 1570, quando lo scultore fiorentino era già morto da tre anni. Lo stesso Raffaello da Montelupo scolpì tre statue di Apostoli nel 1560 (A.O.P.S.M., Rif., 1560-1571, Maggio 5, c. 17); altre tre furono scolpite su disegno del Montelupo e condotte a Orvieto dalla cava di Civitella nel 1564 (Ivi, 1564, Marzo, c. 139 v). Nel 1566 altre tre statue furono abbozzate dall'orvietano Ippolito Scalza (Carli, 1965, p. 71), successore del Montelupo nella carica di capomastro. Fabiano Toti, anch'egli nativo di Orvieto, lavorava un'altra statua di Apostolo nel 1567 (A.O.P.S.M., Rif., 1560-1571, aprile 21, c. 268 v). Secondo una parte della critica, a Ippolito Scalza e Fabiano Toti andrebbero attribuite le ultime statue sulla destra, presumibilmente realizzate nella fase conclusiva del progetto. Distinguere la mano di questi tre diversi scultori nelle dieci statue di Apostoli cinquecentesche giunte fino a noi (due statue, il S. Giacomo Maggiore e il S. Giovanni Evangelista, furono distrutte da un fulmine nel 1795 e rifatte nel 1796-1797 da Vincenzo Pacetti) risulta tuttavia molto difficile, anche perché le sculture furono con tutta probabilità eseguite da vari collaboratori su disegno dei tre artisti (vedi anche Carli, 1965, p. 71). L'Apostolo qui raffigurato è identificabile con Simone Zelota, il quale, secondo la "Legenda Aurea", fu martirizzato segando in due parti il suo corpo. Infatti il Santo poggia la mano destra su quella che chiaramente è riconoscibile come una sega, suo attributo, ed ha sotto il braccio destro un libro, simbolo del Vangelo, che Simone predicò, insieme a Giuda Taddeo, in Mesopotamia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000059807
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0