Grifi e Leoni

scultura, ca 1280 - ca 1299

Gruppo bronzeo realizzato con fusione a cera persa, composto da quattro animali, due grifi e due leoni alternati, disposti intorno ad un grosso tubo centrale

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
  • MISURE Diametro: 77 cm
    Altezza: 54 cm
    Peso: 100 cm
    Larghezza: 35 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Umbro
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Rubeus
    Giovanni Pisano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura, entrata in Galleria durante l'ultimo conflitto mondiale e non più risistemata in situ, proviene dalla Fontana Maggiore, sulla cui sommità, insieme al gruppo bronzeo femminile era stata posta almeno dal 1519-20 , come risulta dai documenti e dalla descrizione fatta da Vasari durante il suo primo soggiorno perugino. Sebbene il gruppo provenga dalla Fontana Maggiore di Perugia, si è rivelato estraneo a tale complesso. Motivi tecnici (cavità delle figure e del tubo centrale comunicanti) ed iconografici (le quattro figure come simbolo dei quattro fiumi primordiali, i grifoni e i leoni provenienti dal mondo orientale, etrusco e greco-romano) legano queste figure fantastiche all'elemento dell'acqua, ma fanno supporre una collocazione delle medesime, come congegno idraulico, in un luogo a parte rispetto alla Fontana. Tale ipotesi sembra rafforzata sia dal senso di rotazione imposto alle figure con le loro code attorcigliate al tubo centrale, con le teste ruotate e le ali semiaperte, sia dai fori progettati certamente prima del momento della fusione sulle teste degli animali. Le stesse zampe contribuiscono a creare un'idea di movimento, non essendo tutte poggiate a terra, ma quelle di destra sollevate. Proprio queste ultime hanno fatto supporre non tanto ad una posizione rampante delle medesime, quanto piuttosto alla mancanza di un elemento di sostegno sottostante, come dimostrerebbero i fori con resti di impiombatura sotto ai piedi di alcuni di essi (Santi, 1969, p. 141). Ancora sostanzialmente sconosciuto rimane l'autore, che però rivela una notevole maestria nella tecnica di fusione e una derivazione da modelli stilistici d'oltralpe. Proprio sulla base di questi due elementi gran parte della critica più recente ha proposto il nome di Giovanni Pisano e della sua bottega, sebbene, in seguito al recente restauro, sia stata ipotizzata la presenza a Perugia nella seconda metà del XIV secolo di un maestro fonditore straniero, forse identificabile con quel Rubeus che firmò nel 1277 la tazza bronzea della Fontana Maggiore e l'architrave del portale centrale del Duomo di Orvieto. Un artista, che, erede della antica tradizione tedesca della fusione a cera persa, fece conoscere in Umbria tale tecnica, creando una bottega formata anche da maestranze locali, capace di creare opere come quelle di Perugia e di Orvieto e in grado di coniugare il suo linguaggio con lo stile di altri grandi artisti come i Pisano e il Maitani (Angelucci, 1994, pp. 75-77). Di recente è stata proposta la più cauta attribuzione ad un maestro locale operante nell'ultimo quarto del XIII secolo (P. Mercurelli Salari, 2005, pp. 228-229)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000017197
  • NUMERO D'INVENTARIO 1002
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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