Madonna in trono e Santi
dipinto,
ca 1500 - ca 1549
Caporali Giovan Battista (attribuito)
1475 ca./ post 1555
Tavola di forma centinata con cornice lignea del XVII-XVIII secolo
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 283 cm
Larghezza: 190 cm
Spessore: 7 cm
Peso: 90 cm
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ATTRIBUZIONI
Caporali Giovan Battista (attribuito): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Vannucci Pietro Detto Il Perugino
Bernardino Di Betto Detto Il Pintoricchio
Raffaello Sanzio
Giovanni di Pietro detto lo Spagna
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
- INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto era collocato sull'altare maggiore della chiesa dei minori osservanti di San Girolamo, in Porta San Pietro. Nel 1822 fu trasportato nel coro, e nel 1863 entrò in Pinacoteca con le demaniazioni. Il primo ad attribuire l'opera a G.B.Caporali fu il Gamba (1949, p. XXXIX), seguito poi dallo Scarpellini (1975, pp. 684-685; 1981, pp. 42-48), che tuttavia non esclude l'intervento di collaboratori, fra cui Giannicola di Paolo; a lui infatti farebbero pensare il san Girolamo e il sant'Antonio, vicini ai due santi della pala dei Santi Quattro coronati del Louvre. Scarpellini, inoltre, evidenzia i richiami alla Madonna Ansidei di Raffaello nella figura della Vergine, in quella del Battista e nell'impostazione della composizione accentuatamente verticalistica. Precedentemente la critica aveva proposto i nomi di Pinturicchio, Perugino, Raffaello e dello Spagna. Il dipinto, databile intorno al 1510-1515, viene oggi considerato una delle opere più interessanti della produzione del Caporali, insieme all'affresco della chiesa del Ceraseto di Panicale e all'Adorazione dei Magi nella chiesa di san Michele arcangelo a Panicale (1519), nei quali l'artista tenta un superamento degli schemi perugineschi indirizzandosi verso le novità proposte dal Sanzio e dalla cultura fiorentina. Figlio d'arte (il padre Bartolomeo e lo zio Giapeco erano tra gli artisti più stimati della seconda metà del XV a Perugia), dopo una prima formazione presso il padre, aggiornò il proprio linguaggio grazie al contatto con Pinturicchio (Incoronazione della Vergine in santa Maria della Fratta a Umbertide del 1505 circa), Perugino (tavola per sant'Agostino a Perugia oggi a Bordeaux) e Signorelli (affreschi nella chiesa di sant'Antonio a Deruta). Particolarmente importante per la sua carriera artistica fu il soggiorno romano (venne qui chiamato intorno al 1507 da Pinturicchio per dipingere la tribuna di santa Maria del Popolo), durante il quale il Caporali conobbe Bramante. Intorno al terzo decennio del XVI secolo si assiste nella produzione del Caporali al prevalere del gusto per il grandioso e il retorico, prova ne sono la decorazione della cappella Vibi in san Pietro a Perugia, la decorazione del cosiddetto Palazzone a Cortona (edificio progettato e decorato per il cardinale Silvio Passerini) e la volta della chiesa della Madonna della Luce a Perugia del 1532. Artista poliedrico non si occupò soltanto di pittura, architettura e miniatura, compose infatti rime, traducendo anche Vitruvio
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016341
- NUMERO D'INVENTARIO 271
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1987
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI cartiglio retto da San Giovanni - ECCE AGNUS DEI - Pietro Aretino (Ipocrito, scena VIII, atto V) - lettere capitali - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0