Madonna con Bambino

tabernacolo,

Il supporto è costituito da assi di legno di pioppo con fibre ad andamento verticale vincolate tra loro a comporre una tavola centrale e due chiudende laterali. La presenza di incamottatura e strato preparatorio in gesso e colla non solo sulla superficie anteriore, ma anche sul retro degli sportelli lascia supporre che originariamente fossero dipinti. La doratura del fondo è eseguita con lamine d’argento applicate su bolo rosso e campite con vernice a mecca simulante l’oro. L’alterazione della doratura nel corso del tempo ha determinato l’attuale tonalità giallo-bruna. Anche i pigmenti colorati a base dir ame, quali il verde e l’azzurrite, hanno subito l’alterazione della cromia, caratterizzata da un notevole inscurimento. Tali fenomeni sono riconducibili a incaute puliture effettuate nei restauri, cui si deve anche l’asportazione dei simboli delle due sante, dipinte nello sportello di sinistra (Molinari, 1992-1993)

  • OGGETTO tabernacolo
  • ATTRIBUZIONI Maestri Della Sala Dei Notari (attribuito): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Buonaventura Berlinghieri
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
  • INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tabernacolo è segnalato da Guardabassi (1872, p. 22) nella quadreria dell'Accademia di Belle Arti; secondo l'inventario del 1918 proverrebbe dal monastero di San Severo, ma non vi è alcuna indicazione al riguardo nell'inventario del 1878: in realtà il registro 24 non riporta affatto la provenienza che invece è riferita all'affresco staccato inv. 305 (178 dell'inventario Carattoli). Per la collocazione benedettina originaria, secondo Santi (1969, pp. 25-26), è significativa la presenza di San Sperandeo, originario di Gubbio, che visse nel monastero di San Pietro a Gubbio dove morì nel 1262 e di san Giovanni Gualberto, fondatore della congregazione Vallombrosiana, morto nel 1073 a Passignano Val di Pesa nell’abbazia di san Michele arcangelo. L’identificazione di Gualberto, che indossa una cocolla marrone e ha come attributi il libro e la croce, è avvalorata dalla presenza, alla sua sinistra, di san Michele arcangelo, titolare dell’abbazia di Passignano in Val di Pesa. La presenza dei santi Matteo e Giacomo, autori di due vangeli apocrifi dedicati alla nascita e al concepimento di Maria, può essere intesa come un riferimento diretto alle due figure di sant’Anna e la Vergine, del tipo iconografico della Theotokos, entrambe sui troni cui è dedicato il tabernacolo. Dopo l’attribuzione a Bonaventura Berlinghieri da parte di Carattoli e a un pittore giottesco dal Van Marle l’opera è stata riferita ad un artista prossimo al Maestro di Cesi e attivo a Spoleto nell’ultimo decennio del Duecento. Il tabernacolo viene datato intorno al 1300 da Boskovits, indicazione accolta anche da Todini (1989, p. 343), che propone però di assegnarlo ad un pittore perugino influenzato dalla cultura assisiate, riprendendo parzialmente un'idea già formulata da Lunghi (1984, p. 23 e 1986, p. 594). Quest'ultimo (1994, pp. 95-96) ne ha evidenziato recentemente i rapporti con le iniziali miniate di un antifonario in cinque tomi, già in San Domenico a Perugia ed oggi conservato nella Biblioteca Augusta, e la decorazione della Sala dei Notari nel Palazzo dei Priori, lavori che su base documentaria riferisce ai perugini Rubeo e Corraduccio di Vinolo, ritenendo che il tabernacolo possa rappresentare un momento precedente dell'attività di un solo pittore (cfr. Garibaldi 2015, pp. 164-165 con bibliografia precedente). Il registro 31 del 1918 indica nelle due sante, Caterina d'Alessandria e Cecilia ma non vi sono elementi che permettano di confermare questo riconoscimento
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016092-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 31
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
    2023
  • ISCRIZIONI sotto i troni - S[ANCTA] MARIA S[ANCTA] ANNA - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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