Madonna con Bambino, Santi e angeli
dipinto,
ca 1310 - ca 1320
Marino Da Perugia (notizie 1309-1313 Ca)
notizie 1309-1313 ca
La tavola cuspidata è stata tagliata in basso e ridotta rispetto alle dimensioni originarie. Le dorature del fondo e delle aureole sono realizzate con foglia d'oro applicata a guazzo su bolo rosso e a missione sulla decorazione delle vesti; mentre l'effetto traslucido della veste della Vergine è dovuto all'uso di lacca verde stesa a velatura su foglia d'argento. (Molinari, 1992)
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 233,5 cm
Spessore: 6,3 cm
Larghezza: 151 cm
Peso: 68.000 cm
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ATTRIBUZIONI
Marino Da Perugia (notizie 1309-1313 Ca): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Guido da Siena
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Priori
- INDIRIZZO Corso Pietro Vannucci, 19, Perugia (PG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera proviene dalla chiesa di San Paolo di Valdiponte, detta anche Badia Celestina, nei pressi di Civitella Benazzone. In seguito alla demaniazione dell'abbazia, avvenuta nel 1863, l'immobile fu venduto ai privati e la tavola entrò in Pinacoteca. Scartate le prime attribuzioni a Guido o a Meo da Siena, si è giunti all'individuazione di un artista umbro variamente influenzato dalla cultura riminese, senese o fiorentina. Il restauro del 1921 ha permesso di dare un nome all'autore di quest'opera, identificandolo con un tale Marino (la spada riporta la firma dell'autore); è stato proposto che si possa trattare di Marino di Oderisio, detto Marino di Elemosina, priore dell'Arte nel 1318. Boskovits (1973, pp.12-13, 34-35) individuò nell'opera caratteri tipicamente umbri, legati al ciclo francescano di Assisi, ma anche ascendenze riminesi; lo studioso riconobbe altresì nel santo alla destra della Vergine, San Pietro Celestino, alla cui congregazione apparteneva l'abbazia di Valdiponte. Tutto ciò permise di datare il dipinto nel 1313, anno in cui fu canonizzato Pietro del Morrone. Più tardi Scarpellini (1980, pp. 43-48) pose in relazione questa Madonna con Bambino con altre opere attribuibili al medesimo autore e databili nei primi decenni del Trecento, quali le Maestà delle Volte di Perugia, dell'abbazia di Valfabbrica, di Piazza ad Assisi, della Madonna della Villa a Sant'Egidio, la Madonna e angeli a Pieve Pagliaccia e la Madonna del Verde in Sant'Angelo a Perugia. In seguito Todini (1980, pp. 39-40; 1982, pp. 218-236; 1986, p. 401) identificò il pittore in Marino di Elemosina, attribuendogli alcuni corali miniati per San Domenico eseguiti prima del 1321, una Madonna nel Museo Civico di Gubbio, un san Paolo in collezione privata napoletana e gli affreschi in san Francesco a Deruta. La forte vena espressionistica che anima le figure di chiara matrice giottesca-assisiate, caratterizza la produzione di questo maestro, attivo a Perugia all'inizio del XIV secolo. Di recente Lunghi (1994, pp. 108-111), ripercorrendo le vicende critiche dell'opera, ha posto l'accento sulla dipendenza della Madonna conservata in questa Galleria da un prototipo duccesco, probabilmente la Maestà commissionata al pittore senese nel 1302 per la cappella dei Nove nel palazzo Pubblico di Siena. Una dipendenza che si rivela solo a livello iconografico, in quanto "la misura spaziale e la soda plasticità" rimandano ad artisti attivi ad Assisi, quali il Maestro Espressionista di Santa Chiara, ma fortemente influenzato dalla produzione plastica perugina di Giovanni Pisano. Lo studioso, infine, include nel catalogo di Marino di Elemosina la decorazione dell'arco trionfale in San Francesco a Deruta, considerandola l'opera più antica, il San Paolo di Napoli, parte di un perduto polittico, un'iniziale miniata nel Corale 93.0 nell'archivio dell'Opera del Duomo di Siena, la Madonna della Galleria Nazionale dell'Umbria, alcuni corali per san Domenico e la Madonna di Pieve Pagliaccia del 1320, ritenuta l'opera più tarda di Marino. Recentemente è stato rilevato come il santo raffigurato a destra della Madonna indossi la veste nera dei benedettini e non quella bianca dei celestini, per cui è stato proposto di anticipare la data al 1295, prima dunque dell'adesione dell'abbazia alla Congregazione di Santo Spirito dell'ordine di Celestino V o al 1294, anno del conclave tenuto da Celestino V a Perugia alla presenza di Carlo II d'Angiò (per un riesame completo dell'opera si veda Garibaldi, 2015, pp. 172-174)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016075
- NUMERO D'INVENTARIO 14
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2016
- ISCRIZIONI nella spada - MARINUS P(INXIT) - lettere capitali - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0