figure umane e motivi decorativi
lastra,
post 738 - ante 743
Ursus (notizie Sec. Xviii)
notizie sec. XVIII
Lastra rettangolare con tre flabelli circolari ornati da croci ansate variamente decorate; tra il primo e il secondo flabello è una figura umana resa in maniera molto elementare e rozza, con uno scalpello in mano, che vuole forse rappresentare lo stesso scultore; tra il secondo e il terzo flabello è un'altra figura umana sinteticamente rappresentata. I motivi decorativi impiegati comprendono rosette quadrilobate e esalobate inscritte in un cerchio, una coppia di uccelli che si abbeverano a un cantaro, un tralcio ondulato con foglie lanceolate e una cornice a fuseruole
- OGGETTO lastra
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MISURE
Altezza: 93
Spessore: 8
Larghezza: 120
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ATTRIBUZIONI
Ursus (notizie Sec. Xviii)
- LOCALIZZAZIONE Ferentillo (TR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli elementi adoperati dallo scultore in questa lastra (flabelli, croci, esagoni, cerchi, rosette esalobate, cantaro con uccelli affrontati) hanno indotto alcuni studiosi (Cattaneo, Clausse, Haseloff) ad avanzare, circa l'origine culturale dell'opera, l'ipotesi di una derivazione dal mondo bizantino. In contrapposizione a questa teoria si registra quella - sostenuta da Gnoli, Herzig, Van Marle, Haupt, Hermanin, Cecchelli - che insiste sul carattere barbarico e longobardo dell'opera e dei motivi in essa raffigurati. Già J. Raspi Serra (1961) aveva però messo in evidenza la distanza che separa l'opera di Ursus dai prodotti dell'arte barbarica, che si avverte soprattutto nel tentativo operato dallo scultore di organizzare simmetricamente il folto repertorio decorativo entro superfici delimitate da cornici a fuseruole di derivazione classica. Il pezzo, estremamente interessante come esempio di scultura longobarda, testimonia dello stato dell'arte barbarica a poco meno di duecento anni dall'arrivo del popolo longobardo nella penisola italiana, quando nel repertorio decorativo di un popolo appartenente a una cultura altra e diversa rispetto a quella classica e mediterranea erano ormai penetrati elementi appartenenti a quest'ultima. Particolarmente indicativo di questo clima di compenetrazione tra culture diverse è il tentativo di conciliare la tendenza - tipica dell'arte barbarica - a riempire con figurazioni tutto lo spazio disponibile con quella di ordinare secondo un criterio di simmetria tale repertorio, cosa che avviene attraverso l'attuazione di soluzioni meditate e sempre nuove. Estremamente significativa, poi, è la presenza di un'iscrizione nel prodotto di una cultura che, prima della conquista, non conosceva la scrittura. Questi risultano essere, in sostanza, i dati più caratteristici di tale opera, al di là della derivazione, facente capo alla tradizione bizantina o longobarda, dei singoli elementi adoperati dall'artista. Per quanto riguarda il giudizio negativo, che condannna l'opera come prodotto molto rozzo, espresso da alcuni studiosi, non si può che convenire con Borsellino (1974), che riconduce il modo schematico, quasi infantile, di tracciare la figure umane da parte dell'artista non a imperizia, ma al disinteresse nei confronti di una rappresentazione naturalistica, concetto di derivazione classica e, come tale, del tutto estraneo al modo culturale nel quale egli deve essersi formato. Vanno infine ricordate le molte ipotesi avanzate circa l'identità dei due personaggi raffigurati sulla lastra: Ursus e un suo discepolo (De Rossi 1875; Herzig 1906), Ursus e il duca Ilderico (Karaman 1932; Schaffran 1941; Borsellino 1974), i Santi Giovanni e Lazzaro fondatori del cenobio (A. Sansi, Archivio Sansi, presso archivio di Stato di Spoleto, p. 2, c. 25), i Santi Pietro e Paolo (Gnoli, 1906). Secondo J. Serra (1961) non è possibile identificare con esattezza i due personaggi rappresentati; tuttavia, quello di sinistra sembrerebbe essere, per la posizione della firma e per l'attributo dello scalpello, "l'autoritratto" di Ursus
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000003764A-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1977
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1997
2006
- ISCRIZIONI in alto e sul lato sinistro - HILDERICUS DEGILEOPA IN HONORE/ S(AN)C(T)I PETRI ET AMORE S(AN)C(T)I LEO/ [NIS] ET S(AN)C(T)I GRIGORII/ [P]RO REMEDIO A(NI)M(AE) - lettere capitali - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0