San Girolamo e san Giuliano

dipinto ca 1400 - ca 1405

Tavola dipinta con cornice; probabile scomparto destro di polittico smembrato. Tavola composta da tre assi verticali, rifilata in epoca imprecisata al fine di essere inserita in una cornice dorata e cuspidata con zoccolo alla base. La cornice ha una base rettangolare decorata con motivi fitomorfi su fondo blu; ai lati, due colonnine tortili poggiano su basi rettangolari su cui compaiono due stemmi. I capitelli delle colonnine, in stile corinzio, reggono un'altra piccola base da cui parte una cuspide internamente appena trilobata, su cui poggiano esternamente due rami, intagliati su fondo blu, di foglie di acanto con fiori. I lati corti della tavola sono integrati con piccole assi orizzontali visibili in alto per l'integrazione del fondo oro nella cuspide e in basso per l'integrazione di parte dei piedi di San Giuliano e parte della pavimentazione verde sul fondo. Le integrazioni sono probabilmente derivate da esigenze antiquarie o collezionistiche

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Gerini, Niccolò Di Pietro (attivo 1368-1414)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia di Firenze
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera appartiene al gruppo di dipinti rinvenuti e confiscati dal Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma e poi assegnati alla Galleria dell’Accademia di Firenze nel 2018, in virtù della già nutrita collezione di fondi oro del museo fiorentino. Sul retro della tavola, due cartellini attestano la sua presenza sul mercato antiquario Londinese: l’opera era stata in precedenza rubata ed esportata illegalmente a Chiasso, Svizzera; da lì, nel medesimo contesto criminale, l’opera fu trasferita nel Regno Unito per poi essere rimpatriata nel 2009 e successivamente assegnata alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Nel contesto londinese l’opera risultava attribuita a Matteo di Pacino; a questo artista è dedicato un importante studio di Sonia Chiodo (2011) che attribuisce il san Girolamo e san Giuliano a Niccolò di Pietro Gerini, proponendone anche l’associazione alla tavola con i santi Eligio e Giovanni Battista, attribuita al medesimo autore da Luciano Bellosi (BELLOSI, 1965), ad oggi di ubicazione ignota ma segnalata sul mercato antiquario milanese nel 1973. Di quest’ultima tavola, identificata come lo scomparto sinistro del polittico smembrato di cui farebbe parte anche la tavola in oggetto, è presente un positivo nella Fototeca Zeri (Fondo Zeri, collocazione PI_0057/1/19). Al confronto, le due tavole sembrano essere decisamente affini, sia per dimensione che per fattura e iconografia; particolarmente vicini sono la rappresentazione del pavimento marmorizzato e la punzonatura del fondo oro. Gli studi di Sonia Chiodo, riportati da Alice Chiostrini (CHIOSTRINI, 2020) nella scheda del Catalogo dei dipinti della Galleria dell’Accademia, sono stati fondamentali per la ricostruzione, seppur ipotetica, della committenza e della composizione originaria dell’opera. Potrebbe trattarsi infatti di una commissione da parte dell’Arte degli Orafi e dei Fabbri e Maniscalchi: un inventario settecentesco conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze nel fondo Compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo, facente riferimento allo spedale della chiesa di San Lò (ossia lo Spedaletto di Sant'Eligio dei Maniscalchi di Firenze), menziona una tavola con la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista ed Eligio. La presenza di uno scomparto raffigurante anche San Giuliano, detto l’Ospitaliere, sarebbe giustificata dalla natura stessa del luogo di destinazione, dedicato all’assistenza dei pellegrini. Plausibile quindi, sulla base dell’accostamento delle due tavole, sarebbe la datazione dell’opera della Galleria dell’Accademia all’inizio del XV secolo, cronologia proposta da Boskovits per la tavola con i santi Eligio e Giovanni Battista; la riflessione stilistica di Alice Chiostrini sembra concordare con questa ipotesi che colloca l’opera nella fase finale della vita di Niccolò di Pietro Gerini, momento in cui risulta essere particolarmente vicino allo stile di artisti come Lorenzo Monaco e Spinello Aretino, influenza riconoscibile nei toni vivaci e nella ricchezza dei dettagli dell’abbigliamento dei santi. La studiosa inoltre propone a confronto due opere del pittore datate al primo decennio del Quattrocento, in cui riconosce lo stesso trattamento dei chiaroscuri, dei ricchi dettagli in oro e delle linee dei panneggi; si tratta della Madonna col Bambino in trono del Museum of Fine Arts di Boston e il Polittico della Madonna col Bambino in trono e due angeli (inv. 1890 n.8610), conservato presso la Galleria dell’Accademia, entrambe opere databili ai primi anni del Quattrocento. Negli anni Settanta, Federico Zeri aveva accostato la tavola con i santi Eligio e Giovanni Battista a due scomparti di predella che sembravano affini per stile e iconografia; si tratta della tavoletta con Sant’Eligio tentato dal diavolo, oggi al Musée du Petit Palais di Avignone, e la tavoletta con Sant’Eligio che riattacca la zampa al cavallo, oggi di ubicazione sconosciuta, entrambe attribuite da Boskovits al Gerini (BOSKOVITS, 1975; CHIOSTRINI, 2020)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901402448
  • NUMERO D'INVENTARIO 10756
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ISCRIZIONI in basso a destra - 408 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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