predizione del rinnegamento di pietro
tavoletta da scrittura
ca 860 - ca 880
Tavoletta da scrittura. Sul verso, un margine delimita un incavo rettangolare destinato a contenere la cera. Sul recto, l'avorio è incorniciato da una modanatura a olive alternate a doppi anelli. Due fasce trasversali, ornate da un motivo simile, con ovoli al posto delle olive, delimitano tre zone figurate. Dall'alto si susseguono: un riquadro con un cespo d'acanto spinoso che si sviluppa simmetricamente intorno al doppio fusto centrale; la scena della Predizione del tradimento di Pietro e, infine, uno stelo d'acanto sormontato da due uccelli che beccano un grappolo d'uva, fiancheggiati da tralci a girali con un fiore al centro
- OGGETTO tavoletta da scrittura
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MATERIA E TECNICA
avorio/ intaglio/ incisione
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Metz
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Corte Di Carlo Il Calvo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è stata molto discussa dalla critica, che l'ha ritenuta di età tardo-imperiale o di epoca carolingia. Paolucci (1994) ha ipotizzato fosse un pannello laterale di un pentittico del VI secolo, arricchito da una decorazione vegetale all'inizio del X secolo, come il Dittico di David e Gregorio Magno del Tesoro del Duomo di Monza. Gaborit-Chopin ha respinto questa supposizione per l'assenza di un "assemblaggio a scorrimento sui lati" sull'avorio del Bargello, per le dimensioni ridotte in rapporto ai dittici consolari dei secoli V e VI e per le differenze stilistiche nella resa degli ornati vegetali (cfr. in Ciseri 2018, pp. 93-95). Secondo la studiosa, inoltre, la disposizione della decorazione vegetale, ispirata all'arte augustea, come agli ornati dell'Ara Pacis (13 a.C.), non sarebbe compatibile con gli stilemi del V secolo: il grande cespo d'acanto, che nell'avorio in esame occupa il primo riquadro, era adoperato di solito per le basi o i pannelli inferiori (Ivi). Tale anomalia potrebbe spiegarsi, come già proposto da Hans Graeven (1900), ipotizzando che il manufatto in esame sia una copia carolingia di un modello paleocristiano. Gaborit-Chopin ha osservato che gli elementi vegetali trovano corrispondenze in opere eseguite tra la metà e la fine del IX secolo dalle botteghe di Metz o da quelle attive nella corte di Carlo il Calvo. I cespi d'acanto si ritrovano nella miniatura (Sacramentario di Drogone, Metz, 845-855 circa; Parigi, Bibliothèque nationale de France, ms. lat. 9428; Sacramentario di Carlo il Calvo, Metz o corte di Carlo il Calvo, 869, ivi, ms. lat. 1141; ventaglio del Flabellum di Tournus oggi al Bargello, inv. 31 Carrand, cfr. NCTN 0901395343) e negli avori datati 860-880 (es. pettini del Victoria and Albert Museum di Londra, inv. A.544-1910; del Louvre, inv. MR.358; di Colonia, Schnutgen Museum, inv. B 100; la Cattedra Petri in San Pietro; il Tau di san Servazio nel tesoro dell'omonima basilica di Maastricht). Anche il motivo degli uccelli che beccano grappoli d'uva in mezzo ai girali, come pure l'ornato a olive e i doppi anelli, si ritrovano negli avori carolingi, talvolta, come in questo caso associati a motivi floreali. Quanto alla scena centrale, la Predizione del rinnegamento di Pietro è un soggetto poco rappresentato nel IX secolo (l'unica opera in cui compare, è la coperta dell'Evangeliario di Metz (Metz, 835-845, Parigi, Bibliothèque nationale de France, ms. lat. 9388); la presenza del capitello ionico, raro nel V secolo, è stato usato spesso in epoca carolingia. Le figure rappresentate offrono scarse somiglianze con i rilievi eburnei del V secolo: le proporzioni massicce, gli atteggiamenti statici e i panneggi semplificati sono riconducibili ai lavori eseguiti a Metz nella seconda metà del IX secolo. Gaborit-Chopin ha rilevato delle affinità tra la figura di Cristo dai capelli lunghi fino alle spalle dell'avorio Carrand con quella dell'Evangeliario di Metz, mentre il modo in cui è raffigurato Pietro richiama le immagini dello stesso apostolo sulla placca con i Miracoli di Cristo del Victoria and Albert Museum (870-880 circa, inv. 255-1867) o dell'apostolo e del suo assistente nella placchetta del Bargello (inv. 38 Carrand; NCTN 0901395350). La studiosa ha rifiutato l'ipotesi del rimpiego di una piccola tavoletta scrittoria antica, la cui superficie frontale è stata piallata e interamente riscolpita, per le dimensioni e lo spessore limitato della tavoletta che non si discosta molto dagli altri esemplari romanici o medievali noti e ha sottolineato inoltre l'assenza di tracce di cerniere, del tipo di quelle dei dittici consolari, e di dispositivi di collegamento delle antiche tavolette. Infine il forellino che attraversa lo spessore della incorniciatura, visibile sul retro, sotto l'angolo superiore destro, è da ricollegare a un sistema di assemblaggio affine a certe legature carolinge
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395335-0
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 23
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0