Venere, Cupido e un satiro

dipinto ca 1500 - ca 1549

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Camera dei Deputati
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Montecitorio
  • INDIRIZZO P.zza di Montecitorio, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera formava una coppia con un altro quadro di analogo soggetto (inv. 1890, n. 6438) rubato dal Palazzo Comunale di Bibbiena, dove era in deposito esterno. Sul retro della foto dell'esemplare di Bibbiena conservata presso l'Ufficio ricerche delle Gallerie fiorentine è segnata una ipotesi attributiva di Giuliano Briganti a Donato Creti. Secondo Claudio Strinati, interpellato da Valerio Rivosecchi in occasione della mostra "Arte a Montecitorio" tenutasi nel 1994, si tratterebbe invece di un lavoro del pittore svizzero Julien de Parme (1736-1799) databile intorno al 1770. Diversamente Nicola Spinosa e Stephen Pepper, contattati sempre dal Rivosecchi, vi hanno riscontrato analogie con la pittura di Giovan Battista Beinaschi, nato a Fossano nel 1636 e morto a Napoli nel 1688. Il recente restauro della tela, che l'ha liberata da pesanti ridipinture, ha rivelato un'opera di buona qualità, riconducibile per le sue caratteristiche stilistiche ad ambito fiorentino e databile entro la prima metà del XVI secolo. Il soggetto, tradizionalmente indicato come "Giove e Antiope", è piuttosto da identificare con una raffigurazione incentrata sul tema di Venere, Amore e un satiro. Di proprietà delle Gallerie fiorentine, il dipinto è stato concesso in deposito alla Camera dei Deputati nel 1926
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901393883
  • NUMERO D'INVENTARIO n. 6673
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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