Venere e amorini

dipinto ca 1684 - ca 1684

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Franchi Antonio Detto Lucchese (1634/ 1709)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Camera dei Deputati
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Montecitorio
  • INDIRIZZO P.zza di Montecitorio, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è stata messa in relazione da Mina Gregori ('Ricerche per Antonio Franchi', in "Paradigma", 1, 1977, p. 78) con un passo della biografia di Antonio Franchi scritta da Francesco Saverio Baldinucci, in cui è ricordata una piccola tela di analogo soggetto che l'artista eseguì nel 1684 per il primogenito di Cosimo III de' Medici: "Per il Serenissimo Gran Principe Ferdinando di gloriosa memoria colorì un quadretto in cui figurò il giardino di Venere, in cui vedesi questa Dea che dorme, con molti Amoretti scherzanti all'intorno, e alcune Ninfe che deliziando per il giardino fanno diverse azioni" (F. S. Baldinucci, 'Vite di artisti dei secolo XVII-XVIII', prima edizione integrale del Codice Palatino 565, a cura di A. Matteoli, Roma 1975, p. 43). Il tema riscosse un discreto successo, come testimonia la notizia di due copie ordinate dal marchese Mattias Bartolomei a distanza di tempo: la prima fu eseguita nel 1686 dallo stesso Franchi; la seconda nel 1689 venne commissionata al pittore Carlo Berti (M. Gregori, 'Ricerche per Antonio Franchi', in "Paradigma", 1, 1977, p. 78, nota 43). Il Baldinucci rammenta anche un'altra composizione simile realizzata dal Franchi per la consorte di Ferdinando: "Dipinse ancora per la stessa Serenissima Principessa Violante, una Venere nel cui grembo dorme un Amorino, mentre altri vegnenti per aria portano alcuni cuori feriti, per far vedere chi di essi abbia fatto miglior colpo, ed altri in lontananza che, gettati in un lago, vanno scherzando e notando per l'acqua" (F. S. Baldinucci, 'Vite di artisti dei secolo XVII-XVIII', prima edizione integrale del Codice Palatino 565, a cura di A. Matteoli, Roma 1975, p. 44). Le ricerche inventariali condotte da Maria Sframeli hanno stabilito che il quadro nella prima metà dell'Ottocento si trovava nella villa del Poggio Imperiale. Infatti, i numeri 773 e 208 sul retro della tela corrispondono rispettivamente all'inventario del 1836 e a quello del 1860 della residenza medicea
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901393824
  • NUMERO D'INVENTARIO n. 4900
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • ISCRIZIONI sul retro della tela - 773 (inv. Imperiale 1836) - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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