Santa
scultura,
Gagini Antonello (attribuito)
1478/ 1536
Gagini Antonino (attribuito)
1505 ca/1574
La statua in marmo rappresenta una figura femminile a tutto tondo e a grandezza naturale, con il braccio sinistro sollevato e il destro posizionato lungo il fianco. E' abbigliata con una tunica e manto, ha capelli lunghi e ondulati che scendono lungo la schiena mentre due ciocche sono poste sul seno. Il retro è solo parzialmente lavorato, cioè la parte alta del busto con i capelli, mentre la parte inferiore-centrale è appena sbozzata
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Gagini Antonello (attribuito): scultore
Gagini Antonino (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La scultura per quanto sia priva di attributi simbolici, per la tipologia di abbigliamento, per la sua postura solenne e l'atteggiamento espressivo, induce a credere che si tratti della figura di una Santa. Lo studioso Walter Kruft-Hanno che ha scritto una monografia sullo scultore siciliano Antonello Gagini (1980), associa la statua della Santa ad un gruppo di altre tre analoghe opere con le quali forma una serie coerente e le considera tutte di provenienza ecclesiastica siciliana, acquistate in blocco da Joseph Brummer nell'agosto del 1931 dall' antiquario Enrico Testa (e non nel 1936 come scrive Kruft, si veda la documentazione d'archivio dei Brummer donato al Metropolitan Museum di New York, conservato in "Cloisters Archives). Le quattro statue furono poi trasferite dall'acquirente, prima nella sua galleria di Parigi e poi in quella di New York dove da lì furono vendute separatamente. Una nel 1936 fu acquistata dal City Art Museum di Saint Louis dove tutt'ora è conservata (inv. 37:1936); le altre tre furono alienate nell'asta newyorchese di Parke-Bernet del 1949 dove presero strade diverse: una scultura entrò nella collezione del Memorial Art Gallery di Rochester, tutt'ora presente (inv. 1949.75); un'altra fu acquistata dal Walters Art Museum di Baltimora, sempre in loco (inv. 27.543); mentre la nostra Santa, in data non nota, entrò a far parte della collezione Wadsworth Atheneum di Hartford e successivamente passata in asta Christie's il 9 giugno 2009 a New York (lotto 142), dove presumibilmente è stata acquistata dall'attuale proprietario. Nelle carte d'archivio della galleria Brummer le quattro statue erano state attribuite dal noto studioso di arte europea, Wilhelm Harold Valentier (1880-1958), allo scultore siciliano Antonello Gagini con datazione attorno al 1525, un'attribuzione che conferisce alle opere un'attestazione di autenticità e di indiscusso valore artistico. Parere condiviso dal già citato studioso Walter Kruft, specificando che la scultura, qui schedata, è sicuramente uscita dalla bottega gaginiana, ma non propriamente dallo scalpello di Antonello, forse si tratta di una sua idea terminata poi dalla mano del figlio Antonino, del quale siamo a conoscenza della conclusione di molte opere del genitore al momento della sua morte, fra cui alcune pertinenti alla monumentale Tribuna del Duomo di Palermo (iniziata da Antonello nel 1510 e terminata dai figli Antonino, Giacomo e Vincenzo nel 1574). Infatti, confrontando le quattro statue, chiamate convenzionalmente di 'Brummer', con le quattro analoghe sculture di questa importante realizzazione ganginiana di Palermo, appare evidente una stretta affinità stilistica (l'andamento morbido dei panneggi che creano meno pieghe e ricadono in modo più naturale, i lineamenti regolari dei volti dagli ovali perfetti e anche la posa del capo reclinato), riscontrata dal Kruft anche con le sante di Antonello presenti nella chiesa di Palermo di Santa Maria della Catena; corroborando quindi l'ipotesi che le sculture 'Brummer' siano state realizzate per una chiesa palermitana e che rappresentano le quattro sante patrone di Palermo, Agata, Cristina, Ninfa e Oliva, molto venerate fino a tutto il XVI secolo (si veda bibliografia nel Decreto). Quindi se le Sante 'Brummer' presentano un'analoga disposizione con il gruppo del duomo di Palermo, specie nella collocazione dei rispettivi elementi iconografici sopra le mani, allora si può avanzare l'ipotesi che la statua in esame possa essere identificata come Santa Ninfa, e doveva sorreggere nella mano sinistra una coppa con le fiamme (forse i fori attualmente visibili all'altezza del petto aiutavano a sostenere tale attributo) e nella mano destra doveva tenere la palma del martirio, mentre l'inclinazione del capo a sinistra fa supporre che la statua fosse in origine collocata alla destra dell'altare (dalla relazione storico-artistica di Daniele Rapino, Anna Floridia, Lucia Ezia Veronesi, cfr. Decreto allegato)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901392956
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0