modello per merletto
Foglio n. 53. Grande modello per merletto disegnato su tre fogli incollati l'uno con l'altro. Il merletto è costituito da una balza alta con un ricco fregio naturalistico che si svolge dal centro, affiancato da due sfingi alate, simmetricamente verso l’esterno. All’interno del girale fogliaceo sul quale si attorcono serpenti lo spazio è riempito da fiori naturalistici e piccoli animali (cavalli alati, uccelli, elefanti, cammelli, fiere, pavoni); alla balza sono unite tramite un piedino, cinque punte con motivo decorativo basato su modulo ad asse centrale e simmetrico, di gusto naturalistico, vegetale e floreale; sono presenti animali reali (uccelli) e fantastici (leoni alati) alla base del tralcio. Ciascuna punta è racchiusa da una cornice con un girale con fiori e fragole
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta bianca/ inchiostro a penna
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MISURE
Altezza: 460 mm
Larghezza: 830 mm
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ATTRIBUZIONI
Samarco Giovanni Alfonso (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo di Palazzo Davanzati
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Davanzati
- INDIRIZZO Via Porta Rossa, 13, 15, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno fa parte della serie di 105 fogli acquisiti dal Museo di Palazzo Davanzati sul mercato antiquario nell’ottobre 2018. Si tratta di un gruppo omogeneo di disegni, costituenti una sorta di modellario per merletti e ricami, 102 dei quali realizzati a inchiostro, 3 disegnati a matita nera e rossa. Hanno una numerazione progressiva da 2 fino al numero 119, con alcune lacune all’interno che si quantificano in 16 fogli. Per l’unitarietà del contesto e l’uniformità stilistica i disegni sono tutti riferibili al nome che compare, per esteso e in forma di acronimo su alcuni di essi, Giovanni Alfonso Samarco, disegnatore di merletti e ricami; di lui niente sappiamo a parte la sua origine di Bari, ribadita da lui stesso in alcuni fogli (c. 94, 103, 114). Sconosciuto rimane tuttavia il luogo di attività del Samarco, e se sia stato operoso nella suo città o più probabilmente in altri centri dell’Italia meridionale o a Roma. Anche l’indagine che in questo senso è stata fatta sulle filigrane non porta a sostanziali precisazioni. La datazione viene ricondotta per via stilistica, mediante confronti con modellari e soprattutto con manufatti e dipinti che illustrano l’abbigliamento coevo, in un arco cronologico necessariamente abbastanza ampio tra 1620 e 1650, come risulta dagli studi pubblicati nei vari saggi all’interno del recente catalogo del 2019, al quale si rimanda in bibliografia. L’importante nucleo di disegni era già noto nell’Ottocento come rilevato nel saggio di Daniele Rapino (in Bellezza e nobili ornamenti 2019, pp. 22-54). Negli anni tra 1884 e 1885 fu dall’allora proprietario, affidato temporaneamente in custodia al bibliofilo e frate carmelitano Santi Mattei, affinché lo studiasse. Dalla lettera che quest’ultimo inviò a Carlo Lozzi, collezionista e direttore della rivista Il Bibliofilo, per avere eventuali informazioni e che fu pubblicata nel febbraio 1884 su questa stessa rivista, sappiamo che i fogli erano ancora rilegati, o almeno contenuti, in una coperta che non esiste più. Sappiamo che già all’epoca la raccolta aveva le stesse lacune che rileviamo oggi; nell’accurata descrizione che Mattei ne fornisce, un particolare rilievo è dato alle iscrizioni presenti sui fogli, non solo quelle di carattere tecnico e di destinazione, ma in particolare quelle dove l’autore si firma. Dopo la restituzione al legittimo proprietario, avvenuta nel 1885, la raccolta rientra nell’ombra per ricomparire a Milano alla fine degli anni Novanta del Novecento e finalmente giungere a Palazzo Davanzati dopo alcuni passaggi presso antiquari italiani. Il foglio in esame è uno dei diversi nella raccolta che per accogliere il disegno a grandezza naturale è formato dall’unione di più carte incollate l’una con l’altra. Si tratta di un modello per un bordo di rifinitura che come vediamo dal modulo simmetrico e non continuo della balza, dal centro verso l’esterno, era destinato ad un manufatto che aveva come dimensione la larghezza del modello, forse un cuscino o una piccola tovaglia. Si tratta di un disegno di grande politezza formale e di grande tecnica, dove il Samarco recupera il genere naturalistico che gli era particolarmente confacente. Si fonda su esempi classici, nel girale della balza soprattutto ma anche nella rigorosa impostazione ad asse centrale delle punte, adotta spunti naturalistici che gli provenivano anche da repertori contemporanei, come la varietà dei tanti animaletti che riempiono gli spazi tra i girali. La composizione rispetta una regola ed uno schema, del resto importante per la lavorazione ad ago e a fuselli, ma satura lo spazio secondo un gusto che è ormai prettamente barocco
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901143084
- NUMERO D'INVENTARIO Davanzati 1593
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo di Palazzo Davanzati
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo di Palazzo Davanzati
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- ISCRIZIONI in alto al centro - 5 - numeri arabi - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0