Il corale è composto da cc. I+230+I (le prime diciotto carte mambranacee e le ultime dieci, cartacee, sono state aggiunte in epoca successiva) con numerazione doppia e concordante su una faccia: antica a penna (romane fino alla carta 40 e arabe) e recente a matita (arabe). La carta ha 6 tetragrammi in rosso con neumi neri e 6 righe di scrittura gotica in inchiostro nero e per alcune parti in rosso. Le carte risultano essere state rifilate. L'impianto decorativo è costituito da 498 iniziali a filigrana rossa e blu, fra cui 16 rifesse, 11 iniziali miniate decorate e 3 figurate di cui 1 con storia

  • OGGETTO miniatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Pisano
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il corale fa parte del nucleo di corali eseguiti per la Primaziale e conservati in cattedrale in un armadio, come riporta la Dalli Regoli (1986, p. 148), "situato presso il presbiterio". Nel 1963 risulta esposto "nei locali dell'Opera" (Dalli Regoli, 1963). Il Papini (1912) ascrive l'illustrazione del Corale ad un maestro attivo nella seconda metà del XIV secolo di ambito fiorentino. Nel catalogo della "Mostra d'arte sacra antica" del 1953 viene invece assegnato ad un maestro di scuola senese della seconda metà del secolo XIV riscontrando grandi affinità con la pittura senese contemporanea soprattutto con quella di Pietro Lorenzetti. Il Salmi (1954) riconosce la stessa mano del miniatore che ha illustrato il Breviario Laurenziano Ms. Strozzi, ascrivibile ad ambito pisano. Di quest'ultima idea è anc he la Dalli Regoli (1963, 1986) che attribuisce ad un anonimo maestro, che chiamerà Maestro primo, la paternità delle miniature di questo corale e anche dei corali A.2 e C.5. Secondo la studiosa l'anonimo maestro doveva risiedere stabilmente a Pisa, dove lavorava sia per le comunità religiose (Opera Primaziale, convento di San Francesco) che per i magistrati comunali (Archivio di Stato di Pisa, mss. Com. A.15 e Com. A. 18). Il Maestro, che operava all'interno di una sigla stilistica ben riconoscibile, doveva appartenere ad un'officina che aveva molti punti di contatto con la cultura figurativa della prima metà del Trecento (figurine asciutte con vesti dai segni composti, capigliature compatte, volti dai lineamenti marcati), in cui venivano unite in un equilibrio perfetto sia forme senesi che fiorentine avendo però un punto di riferimento determinante in Francesco Traini e nella tradizione pisana dei pittori attivi nel Camposanto. Gli angeli musicanti tetralati dei fregi e i vari essere fantastici presenti nelle "droleries", pur mantenendo uno stile personalissimo, sono di chiara derivazione dei moduli presenti nel Camposanto
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769225-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769225_00
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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