Gianpiero da Portovenere e Mona Michela dalla Spetie. Madonna con Bambino e San Lorenzo, San Lazzaro, Sant'Antonio Abate e San Bernardino/ pietà

dipinto,

Dipinto raffigurante Madonna con Bambino e San Lorenzo, San Lazzaro, Sant'Antonio Abate e San Bernardino/ pietà

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Benozzo Di Lese Detto Benozzo Gozzoli (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola con la Madonna col Bambino e i SS. Lorenzo, Lazzaro, Antonio e Bernardino, già nel Palazzo Arcivescovile, proviene da un edifico sottoposto alla competenza dell'Opera Primaziale. Era, infatti, collocata sull'altare della Chiesa di San Lazzaro "extra moenia", giuspatronato dei cappellani della cattedrale, e nella quale essi avevano diritto di sepoltura. Passò quindi nella casa dell'università dei cappellani, in piazza del Duomo, quando, alla metà del secolo scorso, la chiesa di San Lazzaro venne profanata. Ritenuta dalla letteratura artistica locale, fino alla guida di Bellini Pietri, opera di Benozzo Gozzoli, è invece da ritenersi con certezza all'industriosa bottega del maestro. Questo, nonostante, anzi forse proprio, all'insistente ricorso a moduli e sigle benozziane, per cui è fin troppo facile indicarne i modelli in opere di più sicura autografia, di pochi anni precedenti o seguenti. Poichè questa tavola è datata nell'iscrizione nel 1470 viene subito in mente il confronto con le due Madonne, angeli e santi di San Gimignano, datate 1466, e con quella di Ottawa, che è del 1473. Il paragone mette in luce la ripresa di tipologie e di schemi compositivi, ma anche la diversità con cui vengono declinati e impiegati. Sono questi del resto, gli anni nei quali Benozzo aveva appena cominciato la grande impresa decorativa del Camposanto, opera definita dal Vasari come "opera terribilissima, che avrebbe giustamente fatto paura a una legione di pittori". In essa è certa la presenza di uno stuolo di aiuti, non ancora identificati, non solo documentariamente, ma neppure stilisticamente, poichè s'individua la presenza di mani differenti nella stesura degli affreschi. Si aggiunga poi che la fama che ben presto acquistò l'atelier del Gozzoli in ambiente pisano lo costituì, negli anni Settanta e Ottanta del secolo, in una posizione praticamente di monopolio per quanto riguarda l'attività pittorica. In città, in ogni chiesa importante vi era la presenza di opere dovute a Benozzo e alla sua attivissima bottega. Quest'ultima ebbe un ruolo protagonista nell'esecuzione di tutte quelle opere di livello minore, come pitture per bandiere e stendardi, o per suppellettili liturgiche, che i documenti pubblicati dal Supino ricollegano all'attività prodigiosa del maestro. In quest'ottica la nostra tavola appare singolarmente importante se confrontata con le opere dell'ambito di bottega, di qualità più scadente e più anonime. Qui gli stilemi del Gozzoli sono assunti senza stanchezza e senza passiva ripetitività, anzi tavolta estremizzati per eccesso di consapevolezza. Si pensi allo schematico rigore della distribuzione delle figure, alle inquadrature dei volti leggermente inclinati di tre quarti, al linearismo insistito, graficamente segnato, che allude, soprattutto nelle vesti del Sant'Antonio abate, a certi panneggi di Benozzo.Particolamente interessante, a questo proposito, la ripresa di talune ardite riduzioni geometriche e volumetriche dei volti, avvertibili soprattutto nella piccola figura del committente, che derivano dal Gozzoli, e che ricordano analoghe soluzioni di Neri di Bicci, pittore che con Benozzo ha in comune gli scoperti riferimenti all'Angelico, a Filippo Lippi, a Domenico Veneziano, al Pesellino. Del maestro resta intatto il senso di intensa partecipazione cromatica, e nella predella il ritmo pausato e fresco del paesaggio. Questo bastò per rendere l'opera apprezzabile ai donatori, Giampiero da Porto Venere e Mona Michela da La Spezia, probabilmente coniugi
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769103
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769103
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
  • ISCRIZIONI nella base del trono - GIANPIERO DAPORTO VENERE EMONA MICHELA/ DALLA SPETIE FECIONO FARE QUESTA TAVOLA MCCCCLXX - a pennello - italiano volgare
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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