angelo reggicandelabro

candelabro a statua,

Coppia di candelabri in legno a statua, raffiguranti due angeli cerofori

  • OGGETTO candelabro a statua
  • ATTRIBUZIONI Riminaldi Giovan Battista (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I due angeli cerofori in legno scolpito e intagliato tinto di bianco, precisamente dipinti di biacca da Stefano Maruscelli per apparire da lontano scolpiti nel marmo. Realizzati da Giovan Battista Riminaldi, fratello del celebre Orazio Riminaldi, nel 1631, così come attestano le fonti storico-critiche più note, insieme al rivestimento ligneo dell'altare maggiore, provengono dal Duomo, in particolare modo i nostri angeli dovevano essere collocati davanti gli armadi che conservavano le sacre reliquie della Cattedrale medesima. La ridipintura a biacca è stata eseguita da Stefano Maruscelli sempre intorno al XVII secolo. I due angeli hanno dimensioni notevoli poichè originariamente erano posti alle estremità del Poggiolo delle reliquie in controfacciata, come appare anche in un'incisione riportata da Martini nel 1705. Le figure genuflesse sorreggono con una mano la base di un torciere e con l'altra indicavano l'armadio dei reliquiari. L'ampio paludamento e le ali spiegate correvano a creare un effetto suggestivo durante le cerimonie più importanti che si svolgevano all'interno della Primaziale. Secondo lo studioso R.P. Ciardi si nota un'influenza esercitata sullo scultore dalle opere berniniane; non secondario, tuttavia, lo sbilanciamento compositivo non equilibrato dalla ponderazione chiasmatica di chiara impronta giambolognescha. Altri due angeli cerofori sono presenti nel Museo dell'Opera Primaziale di Pisa, ma rispettivamente realizzati in marmo scolpito, di secolo differente e di paternità diversa. Infatti, sembrano essere stati eseguiti da Silvio Cosini nel terzo decennio del Cinquecento. I nostri due angeli portatorcia di legno, insieme al dossale d'altare, concludono degnamente la rassegna delle sculture del Museo, uniche opere superstiti della vastissima attività di Giovan Battista Riminaldi nel Duomo di Pisa, dove eseguì armadi e cornici scolpite di cui si è persa traccia. Opere ben documentate che risalgono i primi al 1631 e il secondo intorno il 1627-33. Sarebbe improprio inquadrare queste sculture nell'ambito dell'artigianale lavoro d'intaglio. Infatti il Riminaldi dimostra una cultura assai articolata e smaliziata, che superando i modelli del Francavilla e del Gianbologna, ancora per lo più accordati al ritmo di sigle compositive chiuse, lo porta a scegliere strutture aperte e sbilanciate, derivate evidentemente delle opere precoci del Bernini, da lui conosciute durante il soggiorno giovanile a Roma. Anche i partiti decorativi dell'altare sono frutto di questa educazione romana e mostrano desunzioni sintomatiche dagli ornati della Cappella Paolina in Santa Maggiore
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769101
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769101_a
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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