portone a due battenti, 1949 - 1949

portone a due ante in legno scolpito. Motivo decorativo geometrico a quadrati. Due moduli per ogni anta si ripetono in modo simmetrico

  • OGGETTO portone a due battenti
  • AMBITO CULTURALE Produzione Toscana
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa era già esistente nel secolo XII; fu costruita quando vennero trovate le reliquie di San Jacopo di Galizia, come prova un iscrizione modernamente affissa sulla facciata. Si trovava nell'attuale piazza San Jacopino lungo la via Cassia. Ne ebbe il patronato Salvi di Benincasa, che la donò al convento di Santa Maria Novella, da cui dipese fino al Settecento. Anticamente veniva detta "San Jacopo della Burella". Nel XVIII fu posta sotto il patronato delle Suore di San Donato in Polverosa, come prova un'iscrizione modernamente apposta sulla facciata. Nel 1781 divenne parrocchia ed accolse sotto la propria giurisdizione coloro che abitavano nel rione fuori le mura, prendendo abitazioni dalle parrocchie di San Donato in Polverosa (dalla quale ereditò anche una parte del nome), di San Biagio a Petriolo, Santa Lucia sul Prato e Santa Maria Novella. In quel tempo vi fu molto venerata un'immagine del Crocifisso con la Vergine e San Giovanni Evangelista proveniente dalla chiesa di San Pier Maggiore distrutta nel 1793. Aumentando la popolazione dopo l'abbattimento della mura, nel 1931 fu progettata dall'architetto Severino Crott l'attuale nuova chiesa in stile neogotico, consacrata nel 1936. Venne consacrata dal cardinale Elia Dalla Costa stesso. La vecchia chiesa, colpita da un bombardamento nel 1944, fu demolita. Nell'inventario Carocci, si legge: "(...) sull'architrave dell'unica sua porta, è la Vergine seduta col Bambino Gesù nel suo grembo, in mezzo ai Santi Domenico, e Jacopo apostolo; piccolo bassorilievo rozzamente modellato in terracotta e invetriato a colori da Ignoto della fabbrica de Robbia, nepoti di Giovanni. Discretamente conservato. Agosto 1863 Ferd. Rondoni Ispettore arch". In realtà, attualmente questo oggetto di manifattura Robbiana non è più visibile poichè è stato rubato. Infatti nella corrispondenza epistolare tra la Parrocchia di San Jacopino, in particolare tra Monsignore Dei, e l'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti della Toscana, e consultando i documenti ufficiali, viene citato il: "furto del bassorilievo Robbiano - 20 Luglio 1888 - 10 Settembre 1926". Al 10 Settembre 1926 il bassorilievo Robbiano non risulta esistere più nella Chiesa di San jacopino così come recita la lettera di Antonio Santini, Parroco della suddetta chiesa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900746151
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • ISCRIZIONI sulla formella a destra, sotto l'emblema - LA FAMIGLIA/ FALLEA/ FECE E/ DONO' - a incisione -
  • STEMMI formella a destra, a sinistra - Stemma - Croce - 2 - campo pieno, caricato da croce che sormonta monti a cinque punte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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